domenica 22 settembre 2013

Se partecipazione fa rima con esclusione

Si. E’ ancora e sempre una questione di metodo. Il metodo che vorremmo. Il metodo che ci viene sempre imposto. Il metodo che viene citato come una conquista ma che non riusciamo a riconoscere.
Di cosa stiamo parlando? La giunta comunale di Milano ha approvato una delibera di contrasto alla publicità sessista, che, (come da comunicato):
definisce le regole per la valutazione dei messaggi da affiggere sugli spazi in carico all’Amministrazione comunale. Gli stessi indirizzi saranno seguiti anche dalle società ed enti partecipati dal Comune. In questo modo la città di Milano rafforza il proprio impegno affinché i cartelloni pubblicitari, a partire da quelli sugli spazi comunali, siano ispirati sempre ai criteri di rispetto delle Pari Opportunità tra donne e uomini e di corretta rappresentazione dell’identità di genere, lontano da stereotipi avvilenti per la dignità delle persone
Bene! Un grazie al Comune: è un tema che sta a cuore a molte donne e uomini attivi a Milano, che vi hanno dedicato tempo ed energie. Alcune donne in particolare hanno messo concretamente a disposizione la propria esperienza e avanzato proposte proprio a questa giunta e alla delegata del Sindaco per le Pari Opportunità, tramite un tavolo dedicato. Però, fra queste ultime, molte non hanno ricevuto alcuna notizia preventiva di questa delibera - in cui si trova la brutta sorpresa di un punto come minimo controverso.. Ma ne sono venute a conoscenza solo dalla stampa. E in particolare ne hanno trovato copia il 17 settembre, nella cartella stampa del convegno “Se comunicazione fa rima con discriminazione”
Il punto preoccupante quello in cui si descrivono (come da impedire poiché ritenuti discriminatori e offensivi) i messaggi pubblicitari che diffondono (…) immagini volgari, indecenti, ripugnanti, devianti da quello che la comunità percepisce come ‘normale’ [virgolette nel testo, ndr], tali da ledere la sensibilità del pubblico.
Punto che a nostro avviso lede la sensibilità democratica.

Un dettaglio che a molti è sfuggito - anche se non a tutti: vedi ad esempio la critica di un blog che invece se ne era accorto subito, nel post che trovate qui.
La delegata del Sindaco alla Pari Opportunità Francesca Zajczyk ha dichiarato: Sono particolarmente soddisfatta di questo obiettivo raggiunto, sia per il contenuto sia per il metodo. Questo provvedimento, infatti, è il risultato di un lavoro comune con le altre figure istituzionali in prima fila sui temi della parità e dei diritti (..). Ma è anche il prodotto di un percorso di ascolto e confronto con esperte ed esperti, professioniste e politiche impegnate su questi temi”.
Questo ultimo punto ci sfugge anch'esso. Se le interlocutrici e gli interlocutori provenienti dalle associazioni, che avevano partecipato al tavolo sull’immagine della donna nei media non sono stati informati, quale sarebbe il percorso di ascolto e confronto con esperte ed esperti, professioniste e politiche impegnate su questi temi? Perché non sono state ascoltate (o almeno informate) le associazioni che da anni su questi temi si battono? Non sarebbe stato opportuno inviare in via preliminare la bozza della delibera, raccogliendo osservazioni? Forse, in seguito a un confronto reale, quella frase infelice e preoccupante sarebbe stata semplicemente abolita. 
Dunque stupisce veder richiamato un metodo, che auspicheremmo e che dovrebbe essere alla base di una vera democrazia, ma che qui non riusciamo a vedere.

Ora ci aspettiamo che quel punto venga semplicemente stralciato perché pare indifendibile.
Forse le figure istituzionali, esperte, professioniste e politiche che l'hanno voluto hanno motivazioni valide per averlo introdotto: ma quali? in caso contrario, si tratta di una svista da correggere subito.

A maggior ragione ce lo aspettiamo perché è ancora aperta la ferita del "decreto femminicidio": ove  le donne sono state utilizzate per giustificare un decreto sicurezza che, anziché fare quello a cui allude, vanifica molte battaglie. 

2 commenti:

  1. Sono completamente d'accordo. Il punto è da stralciare. Mi stupisce che la delegata del Sindaco, Francesca Zajczyk, docente di sociologia alla Bicocca, abbia fatto questo grave errore

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  2. al di là del punto 2 in sè, il problema centrale resta sempre il METODO: come giustamente rileva questo post.
    Il metodo che tutti i politici elogiano, ma se uno si sogna di applicarlo, poi viene fatto fuori. Una a caso.. http://politicafemminile-italia.blogspot.it/2013/06/josefa-idem-presenta-il-metodo-che.html

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