martedì 27 gennaio 2015

27 gennaio a Milano

• Dalla Stazione Centrale, tra il 1943 e il 1945, partivano i treni per i campi di sterminio.
Il Memoriale della Shoah, che si trova nei sotterranei della Stazione (piazza Edmond J. Safra 1), è l’unico, tragico teatro delle deportazioni rimasto intatto in Europa. Il Memoriale è in questi giorni aperto alle visite: dalle h. 10, dal 25 al 27 gennaio.  
• h. 9,30 al Politecnico Bovisa (repliche al Politecnico Città Studi alle 13 e alle 18): Meccaniche del Silenzio - Frammenti umani nel progetto Olocausto. Spettacolo ideato e interpretato da 16 studenti del Politecnico guidati dal regista del Piccolo Teatro Marco Rampoldi.   

• h. 17.30, lezione-concerto ‘Musica perseguitata, il canto dell'esilio’ (Palazzo Moriggia | Museo del Risorgimento) dedicata al compositore ebreo Mario Castelnuovo-Tedesco (Firenze, 1895 – Beverly Hills, 1968). Alla chitarra Francesco Mariotti, con la mezzo-soprano russa Dina Perekhodko. 
• h. 20: concerto di commemorazione del XV Giorno della Memoria, Sala Verdi del Conservatorio Giuseppe Verdi. Durante la serata vengono consegnate, da parte della Comunità Ebraica di Milano, le targhe di riconoscimento a Goti Bauer, Nedo Fiano e Liliana Segre, testimoni della Shoah. Intervengono Ferruccio de Bortoli, presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, Alessandro Melchiorre, direttore del Conservatorio di Milano, Rav Alfonso Arbib, Rabbino capo della Comunità Ebraica di Milano.
• Al Teatro Studio Melato debutta, in ricordo alle vittime dell'Olocausto, Avanim (Pietre) della compagnia teatrale israeliana Orto-Da Theatre Group. Lo spettacolo trae ispirazione dal monumento di Nathan Rapoport posto nel 1948 all’ingresso del Ghetto: truccati in modo da rappresentare le figure del monumento stesso, gli attori, all’inizio immobili come pietre, si animano gradualmente sino a prendere vita e intraprendono un viaggio intimo nelle coscienze e nel tempo, fra storia e presente.  
• Resta aperta fino al 15 febbraio la mostra1933-1945 Lager Europa – Viaggio nel sistema concentrazionario nazi-fascista, inaugurata il 25 gennaio alla Loggia dei Mercanti, realizzata nell’ambito del progetto della Rete delle Scuole superiori della Provincia di Cremona. 

sabato 10 gennaio 2015

E' il momento di #stareinsieme. Reagiremo con più democrazia, più apertura, più diritti

Sabato 10 gennaio 2015, h. 15,30 appuntamento in piazza Duomo a Milano per #stareinsieme: per non cedere alla paura e all'odio. Perché rifiutiamo la logica di chi divide il mondo in base alla religione, al colore della pelle, alla nazionalità; quella di chi specula sulla morte per i propri interessi, alimentando una spirale di odio e violenza.
Perché è il momento di stare insieme, di far sentire la voce di tutti quelli che di fronte alla morte e alla violenza rispondono con il dialogo, la solidarietà e la pratica dei diritti.
Perché tutti sentiamo il bisogno di reagire alla strage di Parigi, e sappiamo che alla morte non si reagisce con la morte. Resistenza è una cosa, rissa è un'altra. Chi lo sa, MAI potrà accettare la logica che crede di arginare l'assassinio con l'assassinio; quella che produce messaggi che fanno accapponare la pelle, come questo:
Voglio offrire ai francesi un referendum sulla pena di morte
Ma che offerta è? [e fa male, davvero! che a dire una cosa simile sia  una donna - fascista, si, ma pur sempre una donna]. Mentre la Francia gronda sangue, che offerta è un'ulteriore offerta di morte??!
E' qualcosa di atroce, da cui emana, appunto, una atroce puzza di morte: proprio quello da cui più adesso dovremmo fuggire.
Per questo ricordiamo le parole del premier norvegese Stoltenberg, dopo l'orrenda strage nazista di Utoya del 2011: «Reagiremo con più democrazia, più apertura e più diritti». Allora lo stragista non era musulmano, ma arianissimo - e nazista, appunto: ma dov'è la differenza, con gli stragisti di Parigi?


Per questo in piazza Duomo, a Milano, il 10 gennaio ci saranno tutti quelli che non fanno distinzione tra le vittime di Utoya e Peshawar, di Baghdad, di Baqa e di Parigi, nel Mediterraneo e a New York. Tutti quelli che credono che diritti, democrazia e libertà siano l'unico antidoto alla guerra, alla violenza e al terrore. Dove l'odio divide, i diritti possono unire.