venerdì 12 dicembre 2014

Expo: l'esposizione universale 2015. Per sapere come è nata e guardare dove va

ARCHIVIO/DOCUMENTI Mentre l'Expo si avvicina, crediamo utile pubblicare qualcosa che consenta di farsi un'idea a chi vorrebbe vederci più chiaro. Se vogliamo trarre qualcosa di utile da un processo dai grandi impatti come questo, è importante poterne avere coscienza anche in termini propositivi ma anche capaci di essere critici. Su questo fronte, ad oggi, il "comitato femminile" battezzato Women for Expo non ha dato contributi. In proposito segnaliamo invece, fra le tante, le utili informazioni e le osservazioni di Emilio Molinari che trovate qui.
Ma, riguardo all'intera storia, riportiamo di seguito anche il resoconto approfondito e interessante che ne dà Piero Basso:
Ho sentito parlare per la prima volta di Expo 2015 da un'intervistatrice che mi chiese, come a migliaia di altri cittadini milanesi, cosa so delle esposizioni universali e cosa penso della possibilità di realizzarne una proprio a Milano. Colto di sorpresa, non esprimo opinioni, e quanto a conoscenza riesco a ricordarne solo due: quella di Parigi del 1889, centenario della Rivoluzione francese, immortalata dalla torre Eiffel, e quella di Bruxelles del 1958, legata alla costruzione dell'"Atomium".
Neolaureato in fisica, la realizzazione di un edificio che riproduceva la struttura di un cristallo mi aveva ovviamente colpito. Solo più tardi ho scoperto che anche Milano aveva avuto, nel 1906, la sua esposizione internazionale (un gradino più giù di un'esposizione universale), dedicata ai trasporti (si celebrava l'apertura della galleria del Sempione, allora, con i suoi 20 chilometri, la più lunga del mondo), e che questa aveva lasciato in eredità alla città il parco intitolato appunto al grande traforo alpino, e l'acquario civico di via Gadio.  Roma invece aveva avuto l'eredità di un intero quartiere, quello appunto dell'EUR (Esposizione Universale Roma), ma non l'esposizione, che nel 1942 non fu effettuata a causa della guerra. Non conosco l'esito di quel sondaggio, probabilmente volto più a preparare il terreno che a conoscere realmente l'opinione dei cittadini, ma si comincia allora a parlarne e naturalmente nasce la curiosità di saperne di più, al di là della retorica ufficiale. E' ancora fresco il ricordo dei mondiali di calcio 1990, l'enorme spreco di denaro pubblico, il lievitare dei costi (quasi raddoppiati rispetto ai preventivi), le opere mai finite o inservibili, le commissioni d'inchiesta non approdate a nulla. Ma questa volta, si spera, sarà diverso.

Milano vince la gara
Nell'ottobre 2006 i consiglieri comunali di sinistra si astengono nel voto che stabilisce la costituzione del comitato di candidatura per l'assegnazione dell'Expo a Milano, formato da Comune, Regione, Provincia, Camera di Commercio e Fondazione Fiera.
Inizia il lavoro per ottenere l'assegnazione di Expo a Milano, in opposizione a Smirne, la città turca che per prima aveva presentato la sua candidatura. Parte una grande "campagna acquisti", giocata con tutti i mezzi leciti e forse anche qualcuno illecito, per conquistare i voti dei paesi che sceglieranno la sede della prossima Esposizione Universale.
Nell'ottobre del 2007 i rappresentanti del BIE (il Bureau International des Expositions, che dal 1928 regola le assegnazioni delle esposizioni universali) sono in visita a Milano, accolti come capi di stato dall'Amministrazione comunale che organizza, per gli importanti ospiti, incontri col mondo della cultura e delle imprese, visite alla Scala e al
Cenacolo vinciano, gite sul lago di Como e shopping nelle vie del centro; non manca neppure un incontro ad Arcore con Berlusconi, che all'epoca non
ricopre nessun incarico istituzionale.

“Meritare l'Expo”
Per evitare che gli ospiti possano vedere anche aspetti poco "decorosi" della città, vengono allontanati alcuni senzatetto accampati nei pressi della stazione centrale. A questo proposito Sergio D'Agostini, presidente della cooperativa DAR, invia una lettera (non pubblicata) a Repubblica, dal titolo significativo "Meritare l'expo":
La scorsa settimana la Repubblica ha dato notizia che, in vista della visita degli ispettori chiamati a dare un parere sull'idoneità della città ad ospitare l'Expo 2015, il Comune avrebbe provveduto a ripulire la zona della Stazione Centrale da tutti i segni esteriori del degrado, incluso l'allontanamento - per il tempo necessario - di quei soggetti che non avendo altra soluzione lì vivono e dormono.

domenica 7 dicembre 2014

#MafiaCapitale, 'ndrangheta a Milano e verità fumose. I familiari di Fausto e Iaio chiedono di non abbandonare le indagini

Il nome di Massimo Carminati è già contenuto, dai primi anni Novanta, nelle carte dell’inchiesta sul duplice omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci detto Iaio, avvenuto a Milano, in via Mancinelli, la sera del 18 marzo 1978 e rivendicato dalla “Brigata Combattente Franco Anselmi”.

Il 14 luglio 1997, il giudice Guido Salvini scrive infatti nell’ordinanza – sentenza N.271/80F [vedi qui interessanti testi relativi, ndr]: «Le caratteristiche somatiche e d’abbigliamento quantomeno di uno degli assassini di Fausto e Iaio sono decisamente compatibili con la persona di Massimo Carminati. L’impermeabile chiaro, indossato probabilmente da due degli aggressori, era del resto quasi una “divisa” per gli esponenti della destra romana. I collaboratori di giustizia Walter Sordi e Cristiano Fioravanti, sulla base di voci e di valutazioni di ambiente, hanno quindi indicato nel gruppo di Carminati il possibile responsabile del duplice omicidio di Milano».
E Massimo Carminati compare il 6 dicembre 2000 nel decreto di archiviazione del giudice Clementina Forleo: «(…) Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva e in particolare degli attuali indagati (Massimo Carminati, Mario Corsi e Claudio Bracci), appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura de relato delle pur rilevanti dichiarazioni.»
Alla luce delle nuove inchieste che coinvolgono Massimo Carminati nella più ampia associazione di stampo mafioso, l’associazione familiari e amici di Fausto e Iaio chiede che la verità e la giustizia sull’omicidio di via Mancinelli a Milano non venga archiviata.
Associazione familiari e amici di Fausto e Iaio, 5 dicembre 2014