martedì 31 maggio 2016

Milano ci sto: idee e proposte per contribuire alla qualità della vita nella nostra città

Vi presento le mie " sorelle verdi": siamo un'americana e tre italiane accomunate dalla passione per l'ambiente, da circa un anno gestiamo insieme Milano ci sto, una pagina facebook dove si scambiano idee e proposte per contribuire alla qualità della vita nella nostra città, una piazza virtuale che vuole fornire stimoli e raccogliere idee per rendere Milano sempre più vivibile e amabile. 
Tre di noi sono candidate alle elezioni dei municipi.  #5anniancora 
Se volete conoscerci guardate il piccolo video che trovate a questo link 


1° giugno con Angelica: una 24 ore per dar voce a Milano

24 ore per dar voce a Milano è un tour per la città di Milano durante il quale Angelica Vasile, Candidata al Consiglio Comunale nella lista PD per Beppe Sala, incontrerà i cittadini e le cittadine.
Il 1° giugno il tour avrà inizio alle ore 8.30 con un volantinaggio al mercato di via Borsi seguito dalla Colazione con la Delegata del Sindaco alle Pari Opportunità, Francesca Zajczykalle ore 10 presso il caffè letterario di via Rovello 2.


Da lì ci sposteremo in Corso Garibaldi per far due chiacchiere con i commercianti della zona e poi alle 12.30 saremo in via Conservatorio 7 per incontrare i ragazzi e le ragazze della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Statale di Milano.

Alle 13.30 andremo a pranzo al Ristorante "Come una volta" in via Festa del Perdono 12; con noi ci saranno diverse Associazioni che operano sul territorio milanese.

Dopo pranzo, dalle ore 15, volantineremo insieme agli amici degli animali presso l'area cani di via Morgagni per poi trovarci a far merenda con il Candidato Sindaco Beppe Sala presso la Bocciofila, sempre in via Morgagni.

Alle 17.30 incontreremo alcuni street artists in Piazza Cardinal Ferrari e alle 19 faremo un pò di Porta a porta in Corso S. Gottardo.

Alle 19.30 vi aspettiamo tutti per un aperitivo al Tongs in Darsena assieme all'Assessora allo Sport Chiara Bisconti.

L'ultima tappa, ma sicuramente non la meno importante, nasce un pò dalla rabbia e dallo sgomento dei recenti fatti di cronaca ed in particolare dal femminicidio di Sara Di Pietrantonio, la ragazza bruciata viva a Roma pochi giorni fa dall'ex fidanzato. Per questo motivo abbiamo deciso di organizzare alle ore 20.30 in Darsena un volantinaggio di materiale informativo su Centri Antiviolenza e numeri utili per le donne che si trovano in situazione di bisogno o difficoltà. 
A questa tappa sono stati invitati tutti i candidati e le candidate PD al Consiglio Comunale di Milano per lasciare un segno, per dire che Milano lotta contro la violenza sulle donne!

Vi aspettiamo, non mancate!

#UnaRossaInCittà #VotaSala #VotaVASILE

La scuola, bene comune

Prima di tutto care amiche vi invito, per il 2 giugno, a mangiarci un gelato insieme festeggiando i 70 anni di voto alle donne: per la festa della Repubblica, alle h. 16 (alla gelateria Rembrandt in via Rembrandt), e alle h. 21 (gelateria Mag in corso Genova); qui tutti i dettagli.
E, in vista del prossimo voto (cui tutte mi auguro parteciperete!), vogliamo parlare di scuola? dai tempi di Pinocchio la scuola è profondamente cambiata: ma non tutti se ne sono accorti. 


La scuola intesa come spazio, edificio, complesso di aule non è più luogo da riservare agli utenti previsti dalla destinazione mattutina, ma da aprire a chiunque voglia imparare, comunicare, accedere a processi culturali di integrazione.
Nella mia mente ci sono spazi che vivono 24 ore su 24; in cui risuonano voci di bambini e di adolescenti, ma anche voci più pacate e mature. In cui si parla con naturalezza la lingua italiana, ma nei quali fonetiche lontane dalle nostre cercano – anche con fatica – di avvicinarsi alla nostra lingua.
Nella mia visione di scuola ci sono bambini e genitori seduti vicino, per imparare un modo migliore di stare insieme. Ci sono adolescenti di mille colori che, accanto allo studio, apprendono come si fa e come si trasmette cultura. E ci sono gli abitanti del territorio che portano i loro tesori di esperienza, di conoscenza, di abilità diverse e li condividono con tutti: giovani e anziani, vecchi e nuovi italiani, residenti stanziali e di passaggio. Il tutto in un ordine stabilito e riconosciuto dalla comunità e regolato dal centro: nessuna scuola, in nessuna zona, deve essere lasciata a se stessa. Le norme devono essere comuni per tutti, sì che si possa creare un tessuto armonioso in tutta l’area metropolitana. 
E’ un percorso che è già iniziato a Milano, con la giunta ora uscente, e che non può essere abbandonato. E’ un percorso che ci appartiene, che non può essere messo in atto dalla parte sedicente “moderata”: lì si creerebbero conflitti insanabili all’interno delle scuole private, e con l’Amministrazione che condividesse questa visione della scuola.
Non siamo uguali: la nostra visione del mondo – e della scuola – è inclusiva nel senso più pieno  del termine. E senza inclusività, siamone certi, la Storia non avrà un futuro. Senza una comunità globale non ci sarà salvezza.

sabato 28 maggio 2016

Maria Cristina Vannini: mi candido a Milano, per una città della cultura dell’incontro

Milano oggi ha davanti una grande sfida. 


Perché proprio nel passaggio da questa amministrazione alla futura si porranno solide basi per lo sviluppo della nostra città come metropoli internazionale, attrattiva e aperta. 


Aperta a tutta la sua popolazione residente, che siano milanesi da sempre, da molto o appena arrivati. L’eredità del pensiero di molti arcivescovi milanesi,  che si è realizzata in ultimo con gli insegnamenti permeatori di un milanese di adozione qual è stato il Cardinal Martini, ha contribuito alla creazione di una società pensante e dialogante, ancorché spesso laica, alla cui base è sempre stata l’attitudine all’accoglienza. E’ un valore di Milano storicamente riconosciuto, infatti  quello dell’accoglienza basato sulla reciprocità, sulla capacità di chi arriva a Milano di integrarsi con il tessuto civile ed imprenditoriale. Per questo Milano è ancora oggi meta anche per moltissimi giovani del Sud Italia; perché ancora rappresenta il “sogno italiano” di chi vuole farcela. Non possiamo deludere le aspettative di tantissimi giovani che scelgono la nostra città per studiare o per iniziare la propria carriera lavorativa. Non possiamo frustrare le speranze dei giovani milanesi che scelgono di rimanere ed impegnarsi per il loro futuro a Milano.
Certo, le difficoltà economiche sono evidenti, ma la tradizione di vera città aperta, città che da sempre è stata capace di accogliere culture differenti, ci consegna una missione da cui non ci possiamo esimere.
La città che vedo in questo momento, quindi,  in relazione al suo sviluppo futuro, è una città che si evolve all’interno della sua tradizione. L’autenticità di Milano non la possiamo svendere a chi vuole soltanto continuare a costruire nuovi palazzi e chiudere porte.
I contesti abitativi ci sono, spesso male utilizzati o male tenuti. Forse non dovremmo costruirne altri, consumando altro suolo. Le capacità per riqualificare edifici residenziali esistenti ci sono, le tecnologie per farlo nel rispetto dell’ambiente e della salute degli abitanti pure. Le competenze professionali da coinvolgere non mancano. Ci serve rendere attrattive le operazioni agli occhi di chi può finanziare queste opere di rammendo che spesso non sono limitate alle aree cosiddette periferiche. Il Gratosoglio, Lorenteggio, San Siro, solo per citarne alcune, infatti, si possono ancora considerare periferie? In un’ottica di città metropolitana? Ma poi, il disagio abitativo non è dato anche dalla impossibilità di sviluppare relazioni sociali intorno a dove si vive? Alla mancanza di sicurezza, alla mancanza di spazi comuni che restituiscano dignità a chi li vive quotidianamente… e alla mancanza di opportunità di sviluppo personale e lavorativo?
Ed è proprio qui che nasce la sfida tutta culturale che Milano ora deve affrontare, da qui si delinea la mia visione di Milano per il futuro. Una Milano che non abbandoni la sua identità di città dell’incontro e del confronto ma che riscopra il gusto di una socialità diffusa in cui i luoghi di cultura possono contribuire largamente.
In una mia ricerca del 2010 avevo contato a Milano, soltanto nell’area urbana, 102 luoghi di cultura con attività espositive abituali (musei, fondazioni ecc.). Sei anni dopo, la realtà museale milanese si è arricchita e ulteriormente articolata. Ma non si può considerare produzione artistica e culturale soltanto l’offerta di musei, di mostre temporanee o di qualsiasi altra istituzione culturale “ufficiale”. Milano, associata all’idea di capitale della creatività e del Made in Italy, deve permettere la nascita spontanea di cultura in luoghi espressamente dedicati alla contaminazione feconda delle idee. Spazi istituzionali (musei, biblioteche, gallerie) devono diventare incubatori di nuova cultura imparando ad aprirsi alle curiosità della città e dei suoi visitatori e permettendo lo sviluppo della creatività attraverso l’emulazione delle opere degli artisti del passato. 
Spazi recuperati – pubblici o privati (è assolutamente importante riprendere il progetto degli scali ferroviari a cui aggiungere un progetto sistemico sui locali commerciali sfitti e sulle aree abbandonate) – a basso livello di burocrazia e a costi agevolati – che permettano a artisti, designer, artigiani, creativi di tutti i settori di realizzare i propri progetti e di metterli a disposizione del pubblico. Il teatro, il balletto, la danza, i vari stili musicali devono trovare spazio in città quotidianamente, accanto alla produzione di tutti gli altri settori artistici, non solo durante gli eventi come pianocity e bookcity che hanno avuto il merito di mettere in evidenza la “fame” di cultura che ha la nostra città. L’educazione alla cultura e alla bellezza non possono essere demandate solo alla scuole ma ogni ente ed istituzione/associazione culturale deve avere la possibilità di costruire la propria offerta in modo capillare sul territorio. In modo che la riqualificazione dei quartieri passi anche attraverso una riqualificazione sociale e culturale. Per dare a tutti i residenti  l’occasione di avere accesso e di partecipare alle attività culturali della città. Per realizzare quella città policentrica che essere una città metropolitana ci richiede.
Milano quindi, come creative city, vecchio concetto degli anni ’90 soppiantato dall’idea di città smart, ma che ancora deve essere applicato correttamente e concretamente alla nostra città, razionalizzando e mettendo a sistema tutto quanto è presente sul territorio metropolitano partendo dai luoghi di cultura per arrivare al turismo alla mobilità, alla cura delle persone. 
Milano come città-tessuto: tante trame interconnesse, a volte rammendate, che riprendono la nostra storia, la rielaborano, la attualizzano e la trasformano nel disegno della Milano del futuro che grazie alla cultura va incontro al mondo.   


M. Cristina Vannini - candidata al Consiglio Comunale Elezioni 5 Giugno 2016 - Lista Noi, Milano Beppe Sala Sindaco 

giovedì 26 maggio 2016

Quale “parte moderata”?



La parte che Parisi dichiara di rappresentare è quella dei presunti moderati: termine di significato ambiguo e fonte costante di equivoci, in una contrapposizione che vorrebbe comunicare come i moderati siano i depositari di una giusta lettura della storia, di opportune scelte politiche, di una sana saggezza esistenziale. Peccato che non sia proprio così…. Accanto ai (legittimi) conservatori, si collocano i populismi più acri, le omofobie più spinte, le intolleranze a ogni innovazione, anche la più manifestamente necessaria. 
Non sono passate molte settimane da quando Parisi dichiarava che – se eletto sindaco – avrebbe revocato il registro delle unioni civili e mandato in soffitta il testamento biologico: enunciazioni di immobilismo non solo politico ma anche, e sopra tutto, culturale.
Adesso, passata la legge, dice di farsi garante della sua applicazione, mentre, accanto a lui, Salvini ulula invitando i sindaci alla disobbedienza civile.
Moderati? Mah!
Affermazioni di comodo? Parrebbe proprio di sì. Un politico è credibile quando le sue affermazioni e le sue promesse si rispecchiano nelle azioni della sua vita passata; o quando sono segnale di una reale trasformazione: ma non è questo il caso del candidato moderato Parisi. Ne è riprova cristallina la sua totale adesione al discorso di Berlusconi che apriva la sua campagna elettorale: “Berlusconi è la nostra guida moderata;  la base fondamentale della nostra cultura è il manifesto del presidente Silvio di 22 anni fa: un manifesto della libertà popolare, delle aziende e dell'energia positiva della città. È un manifesto che ci permetterà di liberare Milano e l'Italia".
Liberare da cosa? E chi? Declarazione frusta e insipiente…. l’abbiamo imparato.
Parisi si dichiara rispettoso delle istituzioni e garante della loro applicazione; ma è appiattito sul fondatore di Forza Italia e su una (perdonate!) becera interpretazione della parola “libertà”, ribadita dallo stesso teatro “Manzoni” l’8 maggio: “Oggi per la democrazia e la libertà del cittadino valgono le stesse parole che dissi 22 anni fa qui al Manzoni, quando si è formata Forza Italia, nata proprio in questo teatro. Ventidue anni fa dissi: la libertà viene prima dello Stato, è un diritto fondamentale. […] Non c'è da cambiare una parola di quel discorso”.
Che cosa Berlusconi intendesse per “libertà” l’abbiamo visto tutti e – ahimè! – in tutto il mondo. Non è quella, la libertà che vogliamo; non è quella, la libertà che vogliono i milanesi, ora città metropolitana; baricentro della cultura e dell’innovazione italiana; ibridazione sempre più accentuata di etnìe, ma legata a una storia magnifica e millenaria di impegno, lavoro, e misura. Perché sì: Milano sa davvero cosa sia la misura, che è il significato più profondo di moderazione. Parisi indica Berlusconi guida moderata della sua futura politica: ma per oltre vent’anni Berlusconi è stato tutto meno che un moderato, mostrando una insofferenza assoluta nei confronti di tutte le regole e leggi dello Stato che limitassero la sua personale, narcisistica e talora malata voluttà di azione.
“Parte moderata” rimanda, allora, a un modus affatto personale, entro limiti opportuni per chi li stabilisce….
Tutto il resto è “eccesso”.
Tutto il resto è inopportuno. E condannabile.
Giuliana Nuvoli

venerdì 20 maggio 2016

Angelica Vasile: cos'è per me la Città dei Diritti


La parità tra uomo e donna, come quella tra persone di diverso orientamento sessuale, o di diversa etnia, nonché tra abili e diversamente abili, è un principio sancito dalla nostra Costituzione. Tuttavia esistono ancora molti ambiti in cui vige disparità fra gli individui ed è per questo che sono necessari ulteriori strumenti per il raggiungimento della parità sostanziale, non solo formale.

Durante i miei studi universitari e nella mia esperienza come rappresentante degli studenti nel Comitato Pari Opportunità ho raccolto tante idee che vorrei mettere al servizio della nostra città.
Corsi di prevenzione alla violenza nelle scuole 
La violenza contro le donne, l'omofobia e il bullismo hanno le stesse radici. Credo fortemente che si possano affrontare attraverso corsi di sensibilizzazione e prevenzione che partano dalla prima infanzia fino alla scuola superiore.

In consiglio Comunale ci impegneremo a promuovere i corsi in tutte le scuole di Milano. E’ importante lavorare sugli stereotipi, che spesso accompagnano le discriminazioni di ogni genere, ed è importante farlo partendo dalle scuole, dal luogo dove i bambini possono diventare adulti responsabili.

Banca dati dei talenti femminili
Nonostante l’introduzione della legge Golfo-Mosca, che prevede il 30% di quote di genere nei CdA di aziende quotate e a partecipazione statale, la presenza delle donne nelle posizioni apicali resta ancora bassa posizionando l’Italia fra le ultime nella classifica europea.
La carriera professione delle donne resta ancora fortemente ostacolata da pregiudizi e nel mercato del lavoro riscontriamo la presenza di un’impenetrabile “soffitto di cristallo” che impedisce alle donne di raggiungere le posizioni più elevate in azienda. La mia proposta consiste nel creare una Banca Dati dei talenti femminili della Città Metropolitana di Milano, un portale online che aiuti l’incontro tra l’offerta di candidature femminili e la domanda delle aziende per i ruoli apicali: i curricula saranno certificati da un’apposita commissione del Comune.
Tale Banca Dati può, da un lato migliorare il meccanismo di selezione per le posizioni apicali rendendolo efficiente e trasparente, e dall’altro può aiutare a contrastare lo stereotipo secondo cui le donne non sono capaci o disponibili a ricoprire particolari ruoli e incarichi di alto livello.

Bilancio di genere
Il bilancio di genere è un’analisi delle politiche pubbliche in ottica di genere ovvero valuta l’impatto che un determinato investimento ha sulla società.
L’obiettivo è quello di allocare le risorse economico-finanziare del Comune di Milano rispettando le diversità ma al contempo riducendo le diseguaglianze fra uomo e donna.
Un traguardo ambizioso che sono certa Milano possa raggiungere, primeggiando tra le grandi città europee anche su questo tema.

Corsi di Empowerment per le aziende partecipate del Comune
La legge Golfo-Mosca è una legge transitoria e in quanto tale è necessario creare dei meccanismi che consentano alle donne di restare nelle posizioni apicali anche una volta decaduta.
E’ necessario rendere le donne più consapevoli del loro valore e delle loro capacità che spesso sottovalutano ed ecco perché sono necessari corsi di empowerment nelle aziende partecipate dal Comune di Milano.

lunedì 16 maggio 2016

Anna Melone

Anna Melone: mi candido a Milano, al Municipio 9 Capolista di Sinistra X Milano

Chi sono
Sono nata a Somma Lombardo, nella prima infanzia ho avuto la fortuna di vivere in un paesino piemontese dove ho potuto giocare liberamente nei prati e nelle piazze. Credo che da qui sia derivato il mio amore per la vita all'aria aperta. Mi piace andare in bicicletta, passeggiare nei boschi e andare in barca a vela. Da mio padre ho ereditato l'amore per l'arte, dalla mamma la tenacia. Ho una figlia, Alice, di 26 anni che come molti suoi coetanei sta facendo esperienza all’estero, da lei ho imparato a sorridere alla vita. Mi sono trasferita a Milano per iscrivermi al Politecnico e dopo la laurea in architettura non me ne sono più andata.
Il mio interesse per l’ambiente risale ai primi anni Ottanta, quando sono entrata nella redazione della “Nuova ecologia” e ho partecipato attivamente alle iniziative contro la costruzione delle centrali nucleari e per promuovere l'utilizzo delle energie rinnovabili. Sono pacifista, ho fatto volontariato in Emergency fino a quando sono entrata in Consiglio di Zona 9 con i Verdi nel 2009. Ora mi candido al Municipio 9 con Sinistra x Milano per ritrovare lo spirito di innovazione che ha regalato 5 anni di buon governo alla nostra città. Un lavoro da continuare #5anniancora perché Milano sia sempre più aperta, innovativa, ambientalista, civica, laica e inclusiva, un luogo dove è bello vivere e ritrovarsi. Sinistra x Milano è l'unica forza politica con otto donne capolista: una in comune e sette nei nove municipi. Abbiamo storie diverse, ma siamo tutte determinate, preparate, agguerrite, molto attente all'ambiente e alla qualità della vita.

Anche professionalmente mi sono occupata di ambiente, paesaggio, pianificazione e impatto ambientale. Negli anni Novanta ho partecipato alla stesura di molti piani regionali e provinciali per la gestione dei rifiuti. Come consigliera ho lavorato su mobilità, ambiente e verde, impegnandomi sempre per favorire la partecipazione attiva. Ho sempre sostenuto e promosso interventi attenti alle esigenze di chi vive in città, alla salute, all'ambiente, alla socialità.

Sintesi delle mie proposte per il Municipio 9

Milano oggi e domani
Milano oggi, dopo 5 anni con la giunta uscente, si presenta come una città rinnovata e sempre meno grigia. Il lavoro per i prossimi 5 anni deve essere quello di farla diventare ancora più verde e più vivibile. Biodiversità e creatività diffusa saranno il biglietto da visita di una città accogliente e dinamica che sa offrire benessere ai suoi abitanti ed essere attrattiva a livello internazionale.

Più verde e meno grigio
Sono intervenuta per salvare il Parco dell’ex Pini alla Bovisasca, i filari di alberi in viale Zara e per migliorare la cura del verde pubblico. Ho promosso i giardini e gli orti condivisi, luoghi di socialità e benessere. Il bello della città è l’alternarsi armonico di spazi vuoti e di spazi pieni. Le connessioni ecologiche danno respiro alla città, danno ricchezza al paesaggio, sono indispensabili per migliorare la qualità dell'aria.

Più democrazia, meno burocrazia
Ho promosso un’amministrazione aperta al confronto e alla condivisione delle scelte. Ho contribuito attivamente alla progettazione partecipata del Centro Civico dell’Isola e del Cavalcavia Bussa. Ho realizzato insieme al Consiglio di Zona e con la collaborazione di associazioni e cittadini il Piano della Mobilità Ciclabile dei nostri quartieri.  Ma perché la partecipazione  sia efficace occorre riorganizzare la macchina burocratica comunale.

Grandi e piccole trasformazioni
Bovisa Gasometri, Scalo Farini, Caserma Mameli sono aree preziose del Municipio 9, opportunità uniche per il futuro della Città Metropolitana. L’interesse pubblico, il riequilibrio ambientale e la connessione con i quartieri devono essere gli obiettivi fondamentali delle loro trasformazioni. Strade e marciapiedi senza buche, puliti e senza barriere architettoniche.  Vorrei giardini sempre puliti e accoglienti perché la libertà di gioco e di movimento è un diritto di tutti i bambini.

Una piazza in ogni quartiere
Le piazze sono parte importante della storia delle città. In ogni quartiere la piazza deve ritrovare il suo ruolo di centro civico. Piazza Bausan, Piazza Archinto, Piazza Minniti, Piazzale Lagosta, Piazza Gasparri vanno risistemate a misura di persona per tornare a essere luoghi di socialità e cultura.
Anna Melone

Dal vero sono meno noiosa di quando scrivo; e soprattutto raggiungibile e reale, se volete mi trovate qui: annamelonexmilano@gmail.com e su twitter come @Annuskaia
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martedì 10 maggio 2016

E' possibile portare la voce del movimento delle donne nei luoghi della rappresentanza?

Una maggior numero di donne nelle istituzioni - da una donna ministra della difesa, o per la riforma istituzionale;  a un'assessora all’urbanistica - hanno portato veri segni di cambiamento?


C’è speranza per una presenza delle donne che porti la voce del movimento delle donne nei luoghi della rappresentanza?

Il 13 maggio 2016, a Milano, Lea Melandri ne parla con Eleonora Forenza (Parlamentare Europea di L’Altra Europa con Tsipras) e Anita Sonego (Consigliera Comunale uscente): alle h. 20 al CAM di via Scaldasole 5.