venerdì 27 settembre 2013

Difesa della famiglia tradizionale e crisi del Mulino Bianco way of life

La stampa italiana, da sempre in ritardo e poco preparata sulle questioni dello sviluppo delle città e del territorio, non ha colto il nesso che esiste tra la difesa della famiglia tradizionale,  che la pubblicità della Barilla non metterà mai in discussione, secondo il suo presidente, e la crisi del Mulino Bianco way of life.
Eppure sono due facce della stessa medaglia.
Nel modello di famiglia  basato sull’unione eterosessuale e sul lavoro di cura svolto dalla donna, non solo si rispecchia l'arretratezza della società italiana, si annida anche un altro aspetto, pochissimo evidenziato proprio per effetto del ritardo culturale del  paese, che fa riferimento al territorio ed al suo sviluppo.  Il sogno della casa in campagna, lontano dagli elementi corruttori, della città sulla salute e la morale,  è ancora estremamente presente nella società italiana ed ha un sua concreta ricaduta nel fenomeno comunemente denominato con le espressioni consumo di suolo, cementificazione con le quali s'intende indicare la dispersione insediativa.  Complice la motorizzazione individuale di massa, a tutti è stata data la possibilità di trovare sul mercato immobiliare una casa immersa nel verde a 10 minuti d'auto dalla città. In molti si sono fatti sedurre da simili messaggi pubblicitari, anche perchè i prezzi della cosiddetta campagna sono inevitabilmente più bassi di quelli della città. Salvo poi scoprire che sul prato che fa da sfondo alla finestra del soggiorno fra non molto sorgerà un'altra bella fila di villette uguali a quelle in cui vivono. E allora addio campagna e non si pensi di mettersi in salvo dal fenomeno optando per una porzione di qualche bella casa rurale ristrutturata, tanto prima poi anche lì ci arriva la città, sotto forma di  nuova strada/centro commerciale/villettopoli.
Molti dei seguaci del Mulino Bianco way of life si sono tramutati in difensori del territorio ed in battaglieri oppositori del consumo di suolo e della cementificazione, forse un po' presi dalla sindrome N.I.M.B.Y., (Not In My Back Yard),  o un po' convinti di aver sbagliato ad abbandonare la città, dalla quale dipendono per moltissimi servizi e per i posti di lavoro, che poi alla fine è arrivata anche dove credevano che ci  fosse la campagna. Forse, nel frattempo, anche la loro famiglia tradizionale è sparita per effetto elle separazioni, in questi anni molto più frequenti dei matrimoni, e magari  qualcuno si è reso conto che è meglio vivere vicino ai servizi urbani per la gestione dei figli,  soprattutto se si è genitori separati.
La dichiarazione radiofonica di Guido Barilla a favore del modello di famiglia tradizionale altro non sarebbe quindi che una variante degli spot pubblicitari del gruppo che porta il suo nome. Si chiama operazione di conferma del posizionamento sul mercato (positioning) e consiste nel ribadire che il suo marchio di pasta e di prodotti da forno è il preferito dagli italiani. Se gli italiani sono in maggioranza omofobi, sessisti, a favore della famiglia tradizionale e tanto innamorati della vita agreste, per una sorta di proprietà transitiva, anche il marchio sarà a favore di quel modello e non darà spazio ad altra immagine che non sia quella della famiglia in cui la donna si presume chiusa nel suo “regno” domestico, ben rappresentato dalla casa unifamiliare extraurbana. La difesa di quel modello però  non fa  i conti con la crisi del Mulino Bianco way of life che non attira più i nuclei famigliari di nuova formazione. L’estrema flessibilità della condizione esistenziale delle  nuove generazioni mal si concilia con il vecchio sogno domestico, quello della canzoncina che nel 1939 metteva in relazione una condizione economicamente stabile con la casettina in periferia e la mogliettina giovane e carina. Forse è il caso che anche gli imprenditori si accorgano di quanto sia cambiata la società italiana, da allora.
Michela Barzi Millennio Urbano

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