mercoledì 23 ottobre 2013

Caro Sindaco, cara Giunta di Milano

Quanto vogliamo bene a Pisapia? Tanto. 
Non se la prenda dunque se, con tutte le gatte da pelare che ha, ci si mettono anche le donne, e noi con loro, a chiedere un po' di attenzione: solo un po' di attenzione in più, si intende, a quella che non ha mai mancato di esprimere. 
Leggi questa lettera caro Sindaco, e soprattutto rispondile: ci contiamo.
La richiesta, che viene fatta ringraziando la Giunta per la sensibilità sempre dichiarata nei confronti delle istanze e dei diritti delle donne, e alla luce di un impegno che conferisce alla nostra città anche un ruolo di esempio verso le altre amministrazioni, è di stralciare il punto 2 dalla delibera di Giunta n° 1288 del 28 giugno 2013 (per il resto ottima):  

"Ci rivolgiamo al Sindaco Giuliano Pisapia, alla Giunta, a Francesca Zajczyk (Delegata del Sindaco alle Pari Opportunità) e Anita Sonego (Presidente della omonima Commissione). Durante i lavori del convegno “Quando comunicazione fa rima con discriminazione” , tenuto lo scorso 17 settembre a Palazzo Marino, abbiamo appreso che nella delibera “Indirizzi fondamentali in materia di pubblicità discriminatoria e lesiva della dignità della donna” tra i punti destinati a individuare i messaggi discriminatori da contrastare, compare, al n° 2, quanto segue: Immagini volgari, indecenti, ripugnanti devianti da quello che la comunità percepisce come “normale”, tali da ledere la sensibilità del pubblico: punto che Vi chiediamo formalmente di stralciare.
Infatti, intorno al senso e al significato di questo punto, in evidente contraddizione con gli altri quattro, si é sviluppata una discussione pubblica che ha coinvolto gruppi di donne, associazioni, collettivi femministi, singole e singoli. Parte del dibattito é stato pubblicato su Ambrosia, Politica Femminile, Arcipelago Milano e infine su Un altro genere di comunicazione.
Ci preoccupa dover stabilire cosa è normale e cosa non lo è. E le ragioni per cui una parola tanto discriminatoria viene utilizzata all’interno di un documento che vorrebbe rappresentare un esempio di lotta alle discriminazioni. 
Gli intenti di lotta alla pubblicità sessista di questa delibera sono importanti, ma altrettanto lo sono le parole, il linguaggio, la comunicazione. Com’è possibile che in un testo volto a mettere in discussione il sessismo dei cliché comunicativi pubblicitari sia comparsa una così grave incoerenza?
In Italia, come ci hanno dimostrato recentemente i casi 'Barilla' e 'Boldrini', la normalità è ancora rappresentata da un modello familiare eteronormativo, dove alla donna è riservato il compito di gestire la casa e servire la famiglia. Non vorremmo arrivare a pensare che il punto n° 2 risulti un escamotage per non intaccare i modelli culturali e le credenze di una supposta comunità di riferimento e la sua “sensibilità”. Sono queste le ragioni che motivano la nostra richiesta di stralcio del punto n. 2 della delibera.
Ringraziando la Giunta per la sensibilità sempre dichiarata nei confronti delle istanze e dei diritti delle donne, e proprio alla luce di un impegno che conferisce alla nostra città anche un ruolo di esempio verso le altre amministrazioni, confidiamo che la nostra richiesta verrà accolta".
Le prime firmatarie sono:
Lara Adorni, Annapaola Ammirati, Carla Antonini, Fabrizia Boiardi, Mariangela Bonas, Marina Borgatti, Antonella Coccia, Chiara Collini, Carla Comacchio, Carlotta Cossutta, Evelina Crespi, Nadia Dowlat, Maria Grazia Ghezzi, Lucia Leonardi, Mariagrazia Longoni, Marta Lovison, Arianna Mainardi, Fabiana Manigrasso, Donatella Martini, Alice Monguzzi, Adriana Nannicini, Antonella Pastore, Alessia Ricci, Chiara Rossini, Martina Tisato.

Se ne sono aggiunte molte altre, anche di altre città (e non solo firme di donne); l'elenco completo si trova qui.
Si uniscono inoltre alla richiesta diversi gruppi di donne e associazioni:

Perché.. è vero, i problemi di cui occuparsi sono tanti; ma anche questa non è una questione di lana caprina:

1 commento:

  1. che il sindaco risponda ci contiamo sempre, quello che cominciamo a sospettare è che lui, però, nemmeno riceva i messaggi.

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