lunedì 10 febbraio 2014

Le Foibe siano di monito; ma un monito diverso dal solito

Oggi, 10 febbraio, ci inchiniamo davanti a tutte le vittime delle Foibe. Milano celebra il giorno del ricordo con diversi eventi, fra questi allo Spazio Oberdan (via Vittorio Veneto 2) oggi e il 15 febbraio:
• 10 febbraio h. 17.30, lettura interpretativa di “La Foiba dei Colombacci”, che rievoca l'esperienza autobiografica di Luigia Matarrelli,
•  sabato 15 febbraio, h. 11.00, la Compagnia Teatro Impiria presenta “Giulia”: una bambina in vacanza in Croazia ripercorre il tragitto che 30 anni prima fece sua madre coi sui genitori, riscoprendo così la storia dei suoi bisnonni, coinvolti nelle operazioni di pulizia etnica dell’Esercito Jugoslavo tra il 1943 e 1945 in Istria e Dalmazia. 
Eventi in memoria e per conoscere questo terribile dramma, che è stato a lungo sottostimato, e poi strumentalizzato in una sorta di gara di chi è stato più vittima, chi più feroce. Ecco: è da questo corollario grottesco, alla tragedia della crudeltà del potere, che viene il monito più ignorato: e non è che "anche il comunismo è cattivo". Così come, se si parla di persecuzioni della Chiesa, non è certo il "Cristianesimo" da bruciare. Quello che è da bruciare, e da rifiutare per sempre, è l'autoritarismo violento che, tramite l'abuso del potere, è in grado di invadere tutto, di stravolgere tutto, arriva a fare violenza nascondendosi dietro la "giustizia" e perfino nel nome dell' "amore". 
Ed è così che, se violenza e sopraffazione nel fascismo sono conclamati - una sorta di valore da reclamare con orgoglio, nella scia dei più esecrabili valori virili degli albori - proliferano vivi e vegeti anche là dove il fascismo si nega a parole, ma si applica nella mentalità e nei fatti. Da certi circoli di periferia, alle direzioni di partito, dagli uffici dei rispettivi dirigenti di forze in conflitto che si accusano reciprocamente di ferocia (come i governi israeliano e palestinese) ai gabinetti di potenze come la Russia di oggi (e ci fermiamo qui, perché l'elenco sarebbe infinito).
Compagni in piazza, fascisti a letto, avvertivano le donne dei movimenti di sinistra quando fra le loro fila cominciava a sbocciare il salutare alito del femminismo.
Ecco; è da qui: dall'analisi profonda e sincera di cosa davvero ci muove, di a cosa davvero tendiamo, è da qui che deve ripartire tutto.  


Donne per Milano, 10 febbraio 2014

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