Leggendo i componenti delle 18 liste della Provincia di Pavia per le Elezioni Regionali mi sono accorta, con molto rammarico, che solo in 8 liste sono state messe donne come "capolista".
Due criteri sono stati scelti e rispettati, a volte intrecciati: alternanza di genere e ordine alfabetico.
Io credo però che l'ordine usato non sia rispondente, in realtà, ad un criterio solo "grammaticale". In molte liste il "capofila" è stato appositamente scelto con un criterio "politico", anche giustamente.
Qualcuno potrebbe obiettare che, in una competizione dove è prevista la preferenza, l'ordine dei componenti è irrilevante. Può essere vero, ma se così fosse vorrei sapere dai dieci uomini capolista perchè non hanno ceduto il passo ad una loro collega.
Il mio stesso Partito ha fatto questa scelta e io non la condivido.
Il mio non è un piagnisteo da donna che pretende la parità, ma che poi chiede agli uomini di essere cavalieri, di aprire la porta e cederci il passo. Si tratta invece di chiedere una scelta di coraggio, di cercare anche solo simbolicamente di dare peso e importanza alla presenza delle donne, che coraggiosamente si mettono in gioco in competizioni troppo spesso declinate al maschile. Le scorse elezioni regionali hanno visto, in Provincia di Pavia, uscire vittoriosi dalla competizione solo uomini. Le donne in Consiglio Regionale sono solo 8.
La legge n 4/2009 della Regione Campania, che inserisce la doppia preferenza di genere alle elezioni regionali ha permesso che da due donne elette si arrivasse a quattordici (su sessanta componenti del Consiglio). Si è passati quindi dal 3% al 23% di presenza femminile in questa istituzione.
In attesa che anche nello sviluppato e avanzato Nord si arrivi alla promulgazione di una legge così illuminata, proviamo a rivedere i criteri di composizione delle nostre liste.
L'alfabeto, in certi casi, non è tutto.
Vi segnalo quindi il progetto "Petizione doppia preferenza di genere".
Federica Migliavacca
Federica Migliavacca
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