Sono contenta di affacciarmi su questo blog assieme alle altre candidate.
Il prossimo consiglio regionale dovrà affrontare enormi questioni di ordine sociale, politico, di genere. Il mio impegno si concentrerà in modo particolare sui problemi che conosco meglio: quelli delle donne, lavoratrici, minorenni, immigrate.
Le donne non sono mai state coinvolte nei ruoli decisionali della
Regione. Bisogna invertire questa tendenza, innanzitutto applicando la
legge che sancisce la parità di donne e uomini nei consigli, nelle giunte regionali e negli enti locali.
Un secondo obiettivo da raggiungere subito è il finanziamento della legge regionale contro il femminicidio.
Approvata a giugno, garantisce sostegno ai centri antiviolenza, alle
case che accolgono le donne maltrattate e promuove servizi per le donne,
come il programma di inserimento nel mondo del lavoro e il patrocinio
gratuito anche per le cause civili.
Un’altra cosa da fare al più presto, e a costo zero, è approvare la legge per bandire su tutto il territorio regionale le pubblicità che usano immagini contrarie alla dignità femminile.
In molti paesi europei già esistono norme di questo tipo: in
particolare la legge spagnola del 28 dicembre 2004 mette in relazione la
violenza di genere con la pubblicità.
Per quanto riguarda il lavoro, la Lombardia, con un’occupazione
femminile del 54%, è la regione più fortunata d’Italia, anche se i
contratti offerti alle donne sono soprattutto atipici e precari. Ecco
perché è necessario promuovere la parità dei salari.
Ancora, negli ospedali pubblici della Lombardia il 64% dei
ginecologi-ostetrici è obiettore di coscienza. E questo impedisce nei
fatti l’applicazione della legge 194. La risposta la dà Stefano Rodotà:
«Oggi, a più di trent’anni dall’approvazione della legge
sull’interruzione di gravidanza, la possibilità dell’obiezione di
coscienza dei medici andrebbe semplicemente abolita»: un medico sa che l’aborto è un diritto sancito per legge e un obbligo professionale.
AL PRIMO POSTO IL LAVORO
Ambrosoli si è impegnato pubblicamente a portare il tasso di occupazione della Lombardia dal 65 al 70%.
Per farlo è necessario creare un Fondo Regionale per lo Sviluppo a
sostegno delle imprese, degli artigiani e dei lavoratori. E investire
sull’occupazione femminile. Far tornare a crescere la Lombardia è un
programma molto ambizioso, che ci impegna tutti e al quale voglio
contribuire in prima persona.
Per dare una risposta immediata all’emergenza della disocupazione
giovanile, che anche in Lombardia è più alta della media Ue (per i
15-29enni nel 2009: Lombardia 15%, Italia 21,2%, Ue12,2%), bisogna
innanzitutto regolamentare la pratica degli stage, stabilendo il principio che il lavoro è un valore e va retribuito, sempre.
L’Expo 2015, per il quale sono attesi 20 milioni di visitatori,
è l’occasione da non perdere per rilanciare l’economia turistica
lombarda. La Regione può intervenire per coordinare le iniziative che
già sono partite, in modo da creare una proposta turistica completa e
articolata da promuovere attraverso i canali istituzionali nei mercati
dell’Estremo Oriente, del Sud America e in tutto il mondo. Oltre allo
straordinario panorama naturale e culturale, l’offerta turistica
lombarda comprende il settore agroalimentare, non a caso il tema di Expo
2015 è “Nutrire il pianeta”. Una ricchezza da far conoscere all’estero
attraverso pacchetti turistici, che portino i visitatori nelle aziende
dove si lavorano prodotti unici al mondo, come i salumi e il grana
padano, e ad apprezzare l’ospitalità degli oltre 1600 agriturismi
regionali.
SANITA’ & SCUOLA BENI COMUNI
- ex art. 32 Costituzione italiana: “La Repubblica tutela la
salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della
collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”
Soltanto due mesi fa il premier Monti ha dichiarato che il nostro
sistema sanitario potrebbere non essere garantito per il futuro, poi è
partita la campagna elettorale e non se ne è più parlato, ma dopo le
elezioni il tema tornerà di attualità. Per salvare il sistema sanitario
sarà necessario razionalizzare le spese. Innanzitutto bisogna rivedere i termini delle convenzioni con gli istituti privati,
fino a oggi scandalosamente favoriti dalla giunta Formigoni, basta
citare il caso della Clinica Santa Rita riaccreditato solo due mesi dopo
che era stata chiusa per l’inchiesta che ha portato a una condanna a 15
anni e 6 mesi, confermata in appello, per l’ex primario di Chirurgia
toracica Pier Paolo Brega Massone, per truffa, falso e una novantina di
casi di lesioni dolose.
Per mantenere il livello dei servizi va evitato il ricorso ai tagli orizzontali, che vanno sostituiti con una spending review da mettere a punto assieme agli operatori, medici e personale degli ospedali.
Escludere dalla riorganizzazione delle strutture sanitarie le persone
che ci lavorano significa fare una scelta disfunzionale, sprecando
competenze, capacità ed entusiasmo, che invece sono preziosi.
Una buona idea: sta per partire a Milano una sperimentazione, che potrebbe essere allargata a tutta la regione, per rilanciare i poliambulatori,
trasformati in case della salute e della cittadinanza capaci di offrire
cure sanitarie specialistiche e supporto sociale (sportelli per
assistenza ai disabili, agli anziani, alle famiglie in difficoltà).
All’interno di questi spazi andranno messi a punto nuovi modelli di cura
per le patologie invalidanti (Alzheimer, demenza senile, Parkinson,
patologie neurologiche dell’infanzia…). In modo da costituire équipe
multiprofessionali in grado di realizzare, l’assistenza a domicilio,
riducendo l’uso improprio dell’ospedale.
- ex art. 33 Costituzione italiana: “L’arte e la scienza sono
libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme
generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli
ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed
istituti di educazione, senza oneri per lo Stato“.
Le poche risorse disponibili devono essere messe a disposizione della scuola pubblica,
che accoglie il 90% degli studenti, servono interventi immediati per
avere un numero sufficiente di insegnanti di sostegno, mediatori
culturali e anche per ristrutturare gli edifici scolastici,
approfittando dell’occasione per farne degli edifici sostenibili.
Nella classifica dei Paesi più istruiti dell’Ocse l’Italia è al 28°
posto su trenta ed è indispensabile invertire la rotta con investimenti
nella formazione permanente. Anche qui è opportuno lavorare al
miglioramento in sinergia con le persone che lavorano nella scuola in
modo da valorizzare le competenze e l’impegno degli insegnanti.
CONSUMO DI SUOLO & EFFETTO SERRA: TOLLERANZA ZERO
L’Unione europea ha invitato gli Stati a raggiungere per il 2050 il
consumo zero di suolo: si può fare, riutilizzando le aree urbanizzate e
il patrimonio edilizio esistente, e praticando una diffusa manutenzione
degli spazi aperti e naturali. Un altro strumento utile da mettere in campo è l’aumento degli oneri di urbanizzazione e il divieto per i comuni di usare questi soldi per la spesa corrente.
L’Europa si è impegnata anche a ridurre entro il 2020 le emissioni di
gas ad effetto serra del 20% rispetto al 1990. Per farlo è necessario aumentare l’efficienza energetica degli edifici
in Lombardia ottenendo almeno il 10% di riduzione degli inquinanti e
delle emissioni responsabili dell’effetto serra. È un obiettivo
perseguibile che ha anche altri evidenti vantaggi: alleggerire le
bollette delle famiglie, creare posti di lavoro nell’edilizia
qualificata (coibentazioni degli edifici e domotica) e nei servizi.
Infine, si può approfittare della dismissione dei tetti in amianto
esistenti (15mila solo a Milano) per installare nuovi tetti solari,
fotovoltaici e termici.
Benvenuta anche a te Luciana, grazie mille
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