La crescita esponenziale della popolazione anziana,
unita alla riduzione della spesa sociale, fa si che il sistema del welfare
assistenziale italiano sia sorretto dal lavoro di milioni di donne (mogli,
figlie, nuore, ecc.) che si fanno carico di assistere e curare i parenti
anziani ed i figli. Una responsabilità che spesso comporta l'uscita
della donna dal mercato del lavoro, determinando forti situazioni di
stress, depressione ed isolamento sociale.
Se si considera poi la precarietà
economica in un cui versano le famiglie con un solo reddito, il quadro diventa
ancora più drammatico. E’ per questo che è necessario
operare delle scelte politiche mirate a conciliare le esigenze lavorative con
quelle della famiglia, per esempio,
attraverso l’istituzione di piccoli gruppi
educativi o di nidi famiglia gestititi da educatori esperti, oppure con
dei voucher per far fronte alle spese del doposcuola,
od ancora attraverso la costituzione di un albo di pediatri disponibili 24 h e di uno sportello informa
famiglie digitalizzato (per fornire informazione sui contributi ed i
servizi a favore delle famiglie senza
dover prendere un giorno di ferie). Le soluzioni si possono trovare, bisogna
soltanto avere quella voglia e determinazione che soltanto le donne, che vivono
sulla propria pelle le difficoltà di conciliare famiglia e lavoro, sono in
grado di avere!!!
Cara Laura,
RispondiEliminaconcordiamo con quello che proponi!
Abbiamo cercato di capire dai candidati alla Presidenza della Regione Lombardia le loro proposte in termini di politiche di conciliazione lavoro/famiglia e politiche di genere.
E' stato un lavoro duro...e non tutti hanno risposto!
http://www.fattorefamiglia.com/2013/02/regione-lombardia/
Avevamo già coinvolto i candidati delle primarie del centro sinistra su questi temi:
http://www.fattorefamiglia.com/2012/11/primarie-centro-sinistra/