Buongiorno a tutte. Come prima cosa vi ringrazio per l'invito a scrivere su questo blog di Politica Femminile.
Chi sono:
Mi chiamo Diana De Marchi, ho un compagno, Maurizio, da 33 anni, due figlie e due splendidi nipotini. Ho fatto l’interprete, la traduttrice, sono stata ricercatrice nel campo della sperimentazione educativa e ho scritto articoli e libri sull’educazione alla cittadinanza e ai principi di pari opportunità.
Da 10 anni insegno tedesco e italiano per stranieri alla scuola sperimentale Rinascita-Amleto Livi di Milano.
Da 10 anni insegno tedesco e italiano per stranieri alla scuola sperimentale Rinascita-Amleto Livi di Milano.
Ho partecipato alla costruzione del Partito Democratico, sono stata consigliera di zona 7 (San Siro Baggio, Magenta) e oggi sono Consigliera della Provincia di Milano e segretaria del Circolo Pio la Torre.
Sono candidata come consigliera alle prossime elezioni regionali in Lombardia. Ho scelto di candidarmi perchè
stiamo vivendo un passaggio politico fondamentale per il futuro della
nostra Regione e del nostro Paese e desidero dare, anche, il mio contributo
per portare avanti il lavoro fin qui svolto in Provincia, nella
consapevolezza che i temi che ho sempre seguito nelle istituzioni locali
e sul territorio siano decisivi per garantire una Lombardia e un'Italia
diversa.
Che cosa ho fatto:
In consiglio di zona ho seguito il territorio soprattutto sui temi della scuola e della coesione sociale, sul disagio e l’illegalità nelle case popolari, ma anche nelle progettazione di attività sportive come la squadra multietnica di basket San Siro Lakers per i ragazzi, corsi molto partecipati di sensibilizzazione contro la violenza domestica, attività culturali ripetute negli anni, recupero e riqualificazione di aree per il tempo libero di giovani ed anziani.
In Provincia ho combattuto per l’indispensabile priorità del diritto allo studio, di percorsi formativi adeguati ed innovativi e di un’edilizia scolastica efficiente e sicura, anche a fianco degli studenti con disabilità.
Sempre attenta alle istanze sociali ho sostenuto da subito iniziative come il referendum sull’acqua bene comune e sulla cittadinanza ai bambini nati in Italia, tema strettamente legato ad una delle mie più grandi battaglie: la non chiusura ed il rilancio della scuola di via Paravia a Milano che continuo a sostenere con entusiasmo.
Ho scritto il progetto scuole aperte, convinta dell’importanza della scuola, luogo di aggregazione e di legame con il territorio in uno scambio reciproco di relazioni e costruzione di un tessuto sociale in continua evoluzione.
Ho
lavorato per frenare il consumo di suolo e tutelare i nostri parchi e
ho proposto un ripensamento dell’organizzazione agricola dei territori
urbanizzati con una ridefinizione dell’equilibrio tra città e campagna.
Il mio impegno per le donne:
Ho combattuto contro la violenza di genere – sostenendo i finanziamenti della Provincia ai centri antiviolenza, alle case per le donne maltrattate e all’Icam – e a favore della dignità delle donne, facendo approvare (all’unanimità) una mozione che impegna la Provincia a chiedere ai Comuni di farsi garanti del codice europeo sulle affissioni pubblicitarie. Il Consiglio ha inoltre approvato le mie proposte sull'intitolazione delle prossime vie alle donne (ricordate solo nel 3% nelle nostre strade) e sulla presenza del 30% di donne nei cda delle partecipate della Provincia. Ho proposto anche 3 giorni di congedo obbligatorio per i padri, dipendenti dell'amministrazione Provinciale.
Ho sostenuto con mozioni ed interventi i lavoratori e le lavoratrici che hanno perso il lavoro e proposto alla commissione Agricoltura un ripensamento dei cicli di produzione e una ridefinizione dell'organizzazione dei territori urbanizzati, per un possibile equilibrio tra città e campagna.
Ho combattuto contro la violenza di genere – sostenendo i finanziamenti della Provincia ai centri antiviolenza, alle case per le donne maltrattate e all’Icam – e a favore della dignità delle donne, facendo approvare (all’unanimità) una mozione che impegna la Provincia a chiedere ai Comuni di farsi garanti del codice europeo sulle affissioni pubblicitarie. Il Consiglio ha inoltre approvato le mie proposte sull'intitolazione delle prossime vie alle donne (ricordate solo nel 3% nelle nostre strade) e sulla presenza del 30% di donne nei cda delle partecipate della Provincia. Ho proposto anche 3 giorni di congedo obbligatorio per i padri, dipendenti dell'amministrazione Provinciale.
Ho sostenuto con mozioni ed interventi i lavoratori e le lavoratrici che hanno perso il lavoro e proposto alla commissione Agricoltura un ripensamento dei cicli di produzione e una ridefinizione dell'organizzazione dei territori urbanizzati, per un possibile equilibrio tra città e campagna.
Tuttavia, rimane ancora molto da fare per le donne in Lombardia.
Le donne sono troppo poche in tutti i luoghi dove si decide, anche in Consiglio Regionale e nella giunta dove sono state necessarie una sentenza del Consiglio di Stato e due sentenze del Tar presentate dalle associazioni femminili (tra cui “Usciamo dal Silenzio” di cui faccio parte) perché venisse rispettata la parità di genere ed applicato il principio di democrazia paritaria che è previsto nello statuto regionale. Il risultato è stato che da una consigliera si è passati solo a 3.
Le donne sono troppo poche in tutti i luoghi dove si decide, anche in Consiglio Regionale e nella giunta dove sono state necessarie una sentenza del Consiglio di Stato e due sentenze del Tar presentate dalle associazioni femminili (tra cui “Usciamo dal Silenzio” di cui faccio parte) perché venisse rispettata la parità di genere ed applicato il principio di democrazia paritaria che è previsto nello statuto regionale. Il risultato è stato che da una consigliera si è passati solo a 3.
È ora di passare ai fatti!
Riequilibriamo la presenza delle donne e degli uomini in tutti gli organi di governo della regione, nelle società a partecipazione regionale dove è la regione a nominare.
La cultura di genere passa anche dall’uso del linguaggio e delle immagini che devono rispettare le linee guida europee anche nella comunicazione istituzionale. Promuoviamo iniziative e corsi di formazione in questo senso.
Sosteniamo i finanziamenti per l’imprenditoria femminile, bandi e convenzioni per accedere al credito e programmazione di interventi sui tempi di lavoro e di cura che continuano a pesare soprattutto sulle donne, una regione che organizzi i suoi servizi per permettere anche alle donne di esprimere competenze e talenti, anche questo aumenterà la competitività della nostra Regione.
Riequilibriamo la presenza delle donne e degli uomini in tutti gli organi di governo della regione, nelle società a partecipazione regionale dove è la regione a nominare.
La cultura di genere passa anche dall’uso del linguaggio e delle immagini che devono rispettare le linee guida europee anche nella comunicazione istituzionale. Promuoviamo iniziative e corsi di formazione in questo senso.
Sosteniamo i finanziamenti per l’imprenditoria femminile, bandi e convenzioni per accedere al credito e programmazione di interventi sui tempi di lavoro e di cura che continuano a pesare soprattutto sulle donne, una regione che organizzi i suoi servizi per permettere anche alle donne di esprimere competenze e talenti, anche questo aumenterà la competitività della nostra Regione.
Mi candido al Consiglio Regionale della Lombardia perchè la mia priorità è migliorare la qualità della vita delle persone.
A presto,
Diana
nel leggere la tua presentazione, Diana, mi colpisce che non appaia distanza tra la tua vita e le tue dichiarazioni, tra le scelte compiute day by day nei tanti lavori, nelle famiglie non tradizionali e le scelte dichiarate in sede istituzionale. Mi pare molto e mi fa piacere una donna candidata che sa di cosa parla. lo sa perchè l'ha vissuto e lo vive. In bocca la lupo Diana!
RispondiEliminaadriana nannicini
Benvenuta e grazie a te cara Diana per avere accettato l'invito!
RispondiElimina:-)