Care amiche e cari amici, sono Paola Colombini, candidata nella lista con Ambrosoli (circoscrizione di Milano, n° di lista 3). Inizio col dirvi che il 30 gennaio, quando c’è stata a Milano la presentazione alla stampa della lista nella quale mi presento, il Patto Civico con Ambrosoli, ho avuto la sensazione che fosse anche una ‘festa delle donne’.
C’erano ovviamente altrettanti
uomini – bravi, entusiasti e motivati – eppure il clima era quello che
respiriamo noi ‘ragazze’ quando ci troviamo dentro una grande avventura che sappiamo
di potere governare con le nostre emozioni, le nostre competenze e lo sguardo
‘al femminile’ che ci è proprio.
Le competenze, le capacità, i
progetti, le idee non hanno genere. Il governo delle cose, grandi e piccole,
invece sì. Il potere è sempre stato declinato al maschile.
Il momento è drammatico. La
violenza, psicologica e fisica, si abbatte sulle donne con frequenza
inquietante: riempie le cronache nere e le nostre vite. La pubblicità ci
mortifica. La rappresentanza femminile
nelle istituzioni e nei luoghi decisionali è agli ultimi posti in Europa. E
agli ultimi posti in Europa è anche l’occupazione
femminile, nonostante siano ormai conclamate la nostra preparazione e le
nostre capacità. Il tasso dell’attività femminile in Italia segna -15 punti
rispetto alla media degli altri 25 Paesi dell’Europa. Anche Banca Italia, nelle
sue relazioni, parla della straordinaria opportunità di crescita rappresentata
dal lavoro delle donne.
Cosa ci manca, allora, per
portare sulla scena politica, economica e sociale il valore che noi siamo e che
tutti, a parole, ci riconoscono?
Ci mancano i servizi e un reale
riconoscimento della maternità come valore sociale. Ci manca la qualità
ambientale e sociale delle nostre città e dei territori in cui viviamo. Ci
manca una cultura del rispetto, delle specificità dei bisogni e una visione del
benessere declinato nelle diversità di genere.
Tutto questo può essere
affrontato solo grazie a una più
numerosa e incisiva presenza delle donne nei luoghi decisionali e nelle istituzioni.
Leggendo le testimonianze delle
altre candidate che hanno partecipato a questa piattaforma, che ha il pregio
inestimabile di darci voce e di intessere un dialogo sui temi che ci vedono
impegnate, ho colto la concretezza delle proposte e la loro coerenza rispetto
alle scelte di vita.
Anch’io mi presento agli elettori per quello che sono, una lavoratrice
e una donna, con l’intento di dare il mio contributo con le competenze e le
esperienze che ho maturato.
Sono professionista
nell’editoria turistica e dei beni culturali: ho studiato e raccontato l’enorme
ricchezza di ambienti e paesaggi che compongono la nostra Regione e l’Italia,
ho viaggiato in lungo e in largo per la penisola con l’intento di divulgare le
bellezze del nostro territorio e per proporre un turismo sostenibile, la salvaguardia del patrimonio
storico-artistico, la valorizzazione di tutte le risorse culturali nelle quali
si radica la nostra identità.
Salvaguardia e valorizzazione non sono in contraddizione, così come
non lo sono cultura ed economia.
La tutela deve accompagnarsi alla
diffusione della cultura come occasione di crescita personale, sociale ed
economica. Il tema culturale deve
tornare a essere strategico.
Il turismo ha in Lombardia tutte le potenzialità per diventare un
volano dello sviluppo economico e della crescita occupazionale. Tutti i
protagonisti del settore turistico, dei beni culturali e delle tecnologie
informatiche a essi applicate devono creare una rete di informazione e di relazioni, e sinergie capaci di rilanciare
l’immagine e la competitività della Lombardia in Europa e nel mondo.
Un luogo accogliente per il
turista lo è innanzi tutto per i suoi abitanti. Ed ecco dunque che i temi della
sostenibilità ambientale diventano
cruciali: accessibilità, trasporti efficienti e a bassa emissione di carbonio,
obiettivo “zero consumo dei suoli”, manutenzione e riqualificazione dei centri
e degli edifici storici, riscoperta dei paesaggi e dei contesti rurali e, con
essi, dei prodotti agroalimentari, dialogo continuo con i territori
intercettando le tante tendenze virtuose
già presenti in Lombardia come, per esempio, l’agricoltura biologica (che, va
sottolineato, nella nostra Regione è gestita per il 34% da donne).
La mia vita lavorativa si è
affiancata a quella nella famiglia e nell’impegno sociale. Frequentando, per
scelta personale o professionale, il mondo dell’associazionismo rivolto alla
tutela dell’infanzia violata o in difficoltà ho conosciuto, in Italia e in
Sud-America, realtà inimmaginabili.
Sono mamma adottiva e ho vissuto
in prima persona le difficoltà di una famiglia multietnica e con problemi
specifici di inserimento dei bambini nella scuola, in anni nei quali la nostra
Regione degradava nell’intolleranza (e non di rado in pratiche quotidiane di
razzismo) e nell’indifferenza. Questo ha acuito la mia sensibilità e la mia
capacità di focalizzare l’azione sui bisogni.
Il benessere dei bambini deve essere messo al centro dell’attenzione:
occorre predisporre sul territorio strumenti efficaci di supporto, basati sulla
complementarietà degli approcci e degli interventi.
Infine, un cenno alla mia
passione: l’etologia e la cinofilia. Ho un cane e so quanto benessere può
trasmettere un animale alla sua famiglia. Occorre però, quando si accoglie un
cane o un gatto o qualsiasi altro individuo di specie diversa, conoscerlo e
saperlo accudire ed educare: è una responsabilità
individuale e sociale (pensate soltanto al costo economico degli
abbandoni). Ed è un dovere non più procrastinabile anche la promozione di una cultura del rispetto verso gli animali, intercettando con
questo una sensibilità ormai diffusa.
Le mie proposte concrete su questo tema sono quattro: dialogo con le
associazioni e gli operatori per definire il riordinamento delle professioni
cinofile al fine di fare emergere le competenze e tutelare gli utenti;
costruire opportunità di formazione dedicate ai possessori di animali in modo
da fornire gli strumenti di base per il benessere dell’animale e la sicurezza
della comunità in cui vive; promozione di rifugi per animali abbandonati non
più intesi come luogo di reclusione bensì accoglienti parchi-canile/gattile
dove gli animali siano curati, educati e, se necessario, riabilitati da
operatori specializzati in attesa dell’adozione, e dove i visitatori possano
accostarsi serenamente al meraviglioso mondo animale; sostenere
l’associazionismo che è veicolo importante di socialità, di scambio e di
trasmissione di cultura.
benvenuta anche a Paola Colombini, e al suo post molto interessante :-)
RispondiEliminagrazie!
Con Naomi Campell Presidente degli Stati Uniti avremmo rappresentanza sia femminile che afro. Chissà se avrà il voto dalla colf che ha picchiato.
RispondiEliminaLa lottizzazione per generi o etnie è una truffa per distrarre dalla lotta di classe, come aveva capito Brecht in "Le teste tonde e le teste a punta".
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RispondiEliminama per carità uns che fa questi discorsi non è certamente una ancorata a terra...
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