Ieri c’è stato un momento in cui valeva la pena di essere
davanti alla Tv e vedere Sanremo. Io non ero davanti alla Tv, perché
partecipavo a una riunione di Arcilesbica a Milano. Ma Stefano e Federico, che
ho visto oggi in video, erano bellissimi.
Forse non ci si rende conto fino in fondo della portata
eccezionale che ha in questo paese portare nella serata di apertura del
Festival, su Rai1, la storia di un normale amore omosessuale, che vuole
concludersi con un’unione, un matrimonio. Stefano e Federico andranno a New
York a sposarsi “perché le leggi di questo paese non ce lo lasciano fare”.
Sono due uomini, in questo caso, ma avrebbero potuto essere
due donne. Forse, in verità, non è un caso che siano uomini. Perché se le
persone omosessuali in Italia sono costrette all’invisibilità, non ricevono né
riconoscimento né rispetto per le loro scelte affettive e sessuali, le donne
omosessuali sono costrette a una particolare marginalità. Una doppia assenza
potremmo chiamarla: assenti come omosessuali nel discorso pubblico sulla
sessualità, che è il più eterosessista d’Europa, e assenti come lesbiche nelle
rappresentazioni dell’omosessualità.
Le unioni omoaffettive e i matrimoni tra persone dello
stesso sesso, che darebbero pieno diritto di cittadinanza alla scelta
omosessuale, sono una materia che la politica deve trattare a livello
nazionale. Ma c’è molto che una Regione come la Lombardia può fare.
Dall’istituzione di un registro regionale per le unioni alla promozione di
eventi e campagne di sensibilizzazione e di contrasto all’omofobia, in stretta
collaborazione con il volontariato e il terzo settore. Di questo parlano i miei
10 punti.
Io vorrei fare della Lombardia la Regione modello, la San
Francisco d’Italia! Spero di avere dietro di me tante donne, omosessuali,
eterosessuali, bisessuali, convinte che il rispetto e la valorizzazione delle
differenze di genere e di orientamento sessuale sia il primo passo per la
costruzione di una società più giusta, più moderna, più dinamica, più solidale.
E sono convinta che in questa lotta saranno con noi anche molti uomini.
Perché quando è l'amore il punto da cui si parte, non può
essere che il riconoscimento reciproco quello cui si può e si deve
arrivare.
Io, Luisa Rizzitelli, propongo di:
1. Predisporre un registro regionale
delle unioni civili, per garantire alle coppie di persone dello stesso
sesso il godimento di pieni diritti di cittadinanza e l’accesso in condizioni
di parità a finanziamenti e agevolazioni regionali, e contribuire alla lotta
contro l’omofobia e la transfobia;
2. Rimuovere gli ostacoli fisici, sociali e
culturali all’accessibilità degli spazi pubblici per i cittadini
con disabilità e per le persone anziane;
3. Promuovere l’integrazione dei diversamente
abili attraverso la piena partecipazione alla vita civile, inclusa quella
culturale (in particolare attraverso il sistema bibliotecario e i poli
culturali regionali) e sportiva (valorizzando l’associazionismo di settore);
4. Garantire agli stranieri regolarmente
residenti pari accesso alle risorse economiche, sociali, sanitarie,
abitative del territorio regionale;
5. Rimuovere gli ostacoli alla piena
integrazione dei residenti stranieri, a partire da quelli burocratici,
favorendo l’accessibilità delle informazioni, la mediazione
linguistico-culturale e l’orientamento ai servizi, con particolare attenzione a
donne e minori;
6. Valorizzare la collaborazione e l’integrazione
tra attori pubblici e del privato sociale per l’attivazione di strumenti di
difesa e promozione dei diritti civili (pari a quelli dei cittadini
italiani) e sociali (come salute, casa, educazione) dei residenti stranieri;
7. Promuovere strumenti e strutture d’accoglienza
che consentano il pieno riconoscimento sul territorio lombardo del diritto
d’asilo per le persone in fuga da guerre e persecuzioni;
8. Garantire agli studenti disabili pieno
accesso al sistema educativo, garantendo la presenza di adeguate infrastrutture
nonché servizi di sostegno all’apprendimento e ai progetti di attività motoria;
9. Sostenere, attraverso una virtuosa
collaborazione tra enti pubblici e associazionismo, progetti e iniziative per
la promozione di una cultura del rispetto della diversità di genere e di
orientamento sessuale;
10. Dare sostegno psicologico, sociale,
sanitario, attraverso servizi dedicati e integrati, alle persone
transessuali, specialmente lungo il difficile iter di rassegnazione del
sesso.
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