sabato 25 aprile 2015

Vicine alla Palestina sofferente, e vicine alla Brigata ebraica

La Liberazione è gioia, pervasa di commozione e gratitudine per chi tanto si è sacrificato per noi. Siamo felici che questo Settantesimo della Liberazione sia stato degnamente celebrato ovunque. 
Qualcosa di indegno, però, è successo. A Milano un attacco ingiustificabile contro la Brigata ebraica:


Indegno perché è ingiustificabile scagliarsi contro partigiani ebrei in nome di una sofferenza oggi causata da scelte politiche - dunque da visioni politiche e strategie di governi, non dagli "ebrei" - e tantomeno se partigiani. Essere partigiani significa voler stare dalla parte della giustizia, voler essere fratelli e sorelle fra le persone: e dunque ferrei nel non lasciarsi mettere l'uno contro l'altro nell'interesse delle ideologie dittatoriali
Nessuno che partecipi a un corteo per la Liberazione può giustificare nessuna azione di odio contro qualcuno solo perché appartenente a un altro popolo o a un'altra religione; anche se il governo di quel popolo fa qualcosa che riteniamo ingiusto. 
Solidarietà alla Brigata ebraica dunque. Solidarietà alla Palestina sofferente, anche. 
E solidarietà soprattutto a tutti i palestinesi e a tutti gli ebrei che, nonostante l'immenso sforzo profuso dai rispettivi governi per accendere micce, cercano vie d'uscita all'odio.











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