venerdì 29 marzo 2013

Michela Barzi: muoversi secondo i generi

Secondo il rapporto del Parlamento Europeo The role of women in the green economy: the issue of mobility del 2012, che utilizza fra l’altro i dati emersi da un’indagine svolta in Lombardia nel 2002 relativa alle modalità di spostamento delle persone, vi sono significative differenze circa le modalità e la frequenza della mobilità di uomini e donne.

 L’auto privata è il primo mezzo di trasporto per la maggioranza dei circa 580,000 soggetti intervistati  indipendentemente dai sessi, ma le donne registrano un tasso di utilizzo di 8 punti percentuali inferiore agli uomini. Esse sono passeggere di un’automobile per l’8,4% in più degli uomini e rappresentano il sesso che utilizza maggiormente i mezzi di trasporto pubblico (+ 4,4%), la bicicletta (+ 1,1%) ed i loro piedi (+ 4,4%), mentre per quanto riguarda gli spostamenti su motocicletta sono sotto dell’5,4%. Complessivamente le donne si spostano in modo sostenibile per una quota del 10% superiore agli uomini. Questo dato, tra gli altri, spiega perché il ruolo delle donne sia determinante nello sviluppo dell’economia sostenibile, dentro la quale la questione della mobilità è di fondamentale importanza.

Il servizio di trasporto pubblico diventa poi un vero  e proprio servizio a favore delle donne se è in grado di sollevarle dal compito di accompagnare i figli a scuola ed in generale di farsi carico degli spostamenti dei componenti non motorizzati della famiglia. Le donne potrebbero inoltre essere delle partner assai utili nella messa a punto di politiche che orientino le persone verso forme di mobilità sostenibile. Tenendo conto che si tratta di una necessità indiscussa per gran parte del territorio della regione Lombardia, anche per contrastare l’inquinamento atmosferico molto spesso fuori dai parametri di legge,  gli incentivi alla mobilità sostenibile dovrebbero essere maggiormente orientati all'utenza femminile. Il car sharing elettrico ad esempio, se ben collegato alla rete del trasporto pubblico e non relegato ad essere un servizio secondario per chi viaggia sui treni di Trenord, come nel caso del poco conosciuto ed utilizzato servizio e-vai,  potrebbe avere nell'utenza femminile il suo punto di forza. Lo studio del Parlamento Europeo sottolinea inoltre come, a differenza degli uomini, le donne utilizzano l’auto per una serie di spostamenti che vanno molto oltre il tragitto casa-lavoro e che sono invece legati agli acquisti ed alle attività di cura. Per questi brevi viaggi la presenza di una rete diffusa alla scala anche extraurbana di postazione del car sharing potrebbe incentivare il progressivo abbandono dell’auto privata, peraltro sempre più costosa ed insostenibile viste l’aggravarsi delle conseguenze della crisi economica, a favore di una mobilità che sappia integrare i differenti modi con i quali le donne già ora si spostano.

Le donne possono quindi giocare un ruolo decisivo nella definizione di politiche regionali per la mobilità sostenibile ed è importante che le elette in consiglio regionale sappiano riconoscere la centralità di questa tematica e rappresentare le istanze di quella parte di popolazione che già orientata verso l'utilizzo di modalità di trasporto meno inquinanti, più funzionali ad uno sviluppo territoriale equilibrato ed anche in grado di sostenere, in concreto e non per slogan, la cosiddetta green economy.
Michela Barzi Millennio Urbano

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