domenica 24 marzo 2013

Fiorenza Da Rold: quando la parità nei numeri non è abbastanza

Maroni la promessa l'ha mantenuta! La Lombardia (evento storico) ha una Giunta paritaria - almeno nei numeri (almeno fra gli assessori; vedremo poi nelle altre nomine che davvero contano). Molte donne, però, si chiedono: quale cultura realmente femminile riceverà impulso dal tipo di donne scelte da Roberto Maroni? quali diritti? quali risultati? Staremo a vedere.
Ma un po' di preoccupazione c'è.
Essere donna, di per sé non garantisce nulla e non ci basta, è un concetto che è giusto ribadire. Alcune ragioni di preoccupazione sono espresse dal pezzo di Fiorenza Da Rold che vi proponiamo:

7 uomini e 7 donne nella nuova Giunta lombarda. C’è da esultare? No. Perché lo sguardo femminile non è una questione genetica di cromosomi X e Y: è una questione politica. Ne abbiamo avute abbastanza di donne asservite, elette o nominate dal loro capo al quale riservare fedeltà assoluta.
E tra le 7 donne della nuova Giunta leggo nomi di continuità come Viviana Beccalossi del Pdl (MSI, Alleanza Nazionale, Fratelli d’Italia), già assessora all’agricoltura nella giunta di Roberto Formigoni, adesso al Territorio. Come Valentina Aprea, già sponsorizzata da Iva Zanicchi e sostenitrice della Dote Scuola nelle scuole paritarie: dunque, confermata all’Istruzione. Poi c’è Paola Bulbarelli (che ha spodestato Paola Ferrari proposta dalla Santanché, almeno quello), sempre in quota AN però: è stata presidente dell’Aler, a Mantova, e quindi assessorato alla Casa. Della Lega invece Maria Cristina Cantù, già direttrice generale dell’Asl di Monza Brianza (vengono in mente i famosi Ministeri..), Claudia Terzi, bergamasca (e quindi in linea di continuità con il precedente assessore Pdl orobico Marcello Raimondi). Infine Cristina Cappellini (donna di partito cresciuta negli staff ministeriali di Bossi e Calderoli), e Simona Bordonali (bresciana già segretaria cittadina del Carroccio e capogruppo in Consiglio Comunale). Se ho capito bene tutte nomine di apparato, insomma. E se guardate le foto, le nuove assessore sono tutte abbastanza bellocce, modello Carfagna o Biancofiore per intenderci.
Benvenga la prestanza fisica, purché non si tratti di un prerequisito fondamentale (solo così si spiegherebbe la tentata candidatura di Paola Ferrari), perché allora viene il dubbio: un cocktail di apparato e stereotipi femminili? In questo caso, c’è ben poco da esultare. 
E ciliegina sulla torta: il nuovo segretario generale del Pirellone sarà l’ex vicepresidente Andrea Gibelli, con procedimento in corso per minacce e percosse alla moglie in presenza delle figlie. Ma scommetto che le 7 assessore non hanno niente da obiettare.
In effetti. Anche se noi: ...speriamo di si. Che le nuove assessore abbiano da obiettare, e molto. Non sono le sole che, dall'interno, dovrebbero darsi da fare a partire dai loro stessi uomini e partiti.
In tante magari potrebbero iniziare a chiedersi: ma che ci fanno certi obiettivi nella mia vita? e che ci faccio io qui?

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