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mercoledì 6 gennaio 2016

Lucia Castellano: sostengo Francesca Balzani alle primarie per candidarsi a sindaco di Milano e vi invito a conoscerla

di Lucia Castellano • Buon anno a tutti! Il 2016 è un anno fondamentale per la nostra città, perché siamo chiamati a scegliere il nuovo Sindaco. Ma soprattutto, a mio parere, noi che siamo (o siamo stati) al governo di Milano dal 2011 abbiamo una grande responsabilità nel tracciare il percorso che porterà alla continuazione del governo di centrosinistra. La coalizione di centrosinistra deve restare unita per continuare a lavorare nel grande cantiere aperto da Giuliano Pisapia, che ha cambiato il volto della città. Molto c'è ancora da fare, ma Milano, indubbiamente, sta volando alto. La prima tappa è il 7 febbraio, quando il popolo del centrosinistra sceglierà chi ritiene più adatto a candidare a Sindaco o a Sindaca nel prossimo quinquennio. Io, personalmente, sostengo Francesca Balzani, perché credo che lei abbia lavorato bene in questo cantiere e dimostrato di sapere fare. 
Così come ha lavorato bene questa giunta, che ha letteralmente trasformato e rivitalizzato Milano; e tanti progetti lascerà alla giunta successiva. Lo slogan #Puntoeavanti di Francesca Balzani dice che l'esperimento non deve finire, da qui si deve ripartire, senza soluzione di continuità.

Apprezzo anche Pierfrancesco Majorino (che stimo e a cui voglio bene): li conosco, mi piacciono entrambi, li vorrei vedere insieme. Conosco meno Giuseppe Sala; che sappiamo ha portato avanti con enorme determinazione e coraggio la realizzazione di Expo ed è sicuramente un valente manager. 
Ma c'è una cosa di cui sono convinta: chiunque sceglieremo, il nostro modo di fare politica - quello sperimentato nel lavoro serrato di questi anni di governo Pisapia, non deve cambiare; può e deve sicuramente migliorare ma non confondersi con altri modi già visti, da cui sono, siamo lontani.
Metto la mia faccia, il mio lavoro, il mio modo di stare nell'amministrazione e nella politica accanto a quelli di Francesca Balzani
E da qui vi invito caldamente a seguirla.

Primo appuntamento: potremo ascoltarla e parlare con lei, sabato 9 gennaio alle ore 11, al teatro Elfo Puccini. Sono sicura che vi trasmetterà quella fiducia nel buon governo della città e quell'entusiasmo contagioso che ci ha già fatto vincere nel 2011. Se la conoscerete.. credo che firmerete anche per sostenerla e inizierà il nostro viaggio insieme. Augurandomi che finalmente Milano, come Parigi, avrà una donna di centrosinistra come sindaco! Vi aspettiamo,

mercoledì 12 marzo 2014

Il NO alla parità di genere nell'Italicum compromette anche le azioni virtuose dei territori

La bocciatura della parità di genere nella nuova legge elettorale, operata ieri dalla Camera grazie al vergognoso utilizzo del voto segreto, rappresenta una ferita insanabile. E l’aggravante è che quanto accaduto avrà ricadute pesanti e negative anche sui territori e sui difficili, virtuosi tentativi messi in campo finora con fatica.



Prendiamo la Lombardia, per esempio. Qui, proprio insieme al Pd, abbiamo depositato due proposte di legge per introdurre il principio delle pari opportunità nelle nomine di competenza del Consiglio Regionale e della Giunta. E soltanto ieri un dibattito con presenze bipartisan ha messo in luce un sostanziale accordo sul tema, aprendo condizioni favorevoli all’approvazione dei due progetti di legge. Un clima positivo sul quale ora si abbatte, del tutto inopportuno, il freno imposto da quei voti segreti sull’Italicum contro presunte "quote rosa". Queste, infatti - pur essendo in sé un ottimo strumento - niente hanno a che vedere con la necessità di sbloccare gli anacronistici meccanismi di chiusura attuali, che impediscono alle donne di ottenere candidature in posizioni di eleggibilità. Tocca purtroppo rilevare come il centrosinistra non riesca a liberarsi da una sindrome autoimmune, che sempre più spesso lo rende il peggior nemico di se stesso. 
Mi cadono davvero le braccia a pensare alla nostra fatica sprecata. Da Roma un segnale diametralmente opposto sui presupposti di principio che cerchiamo, con fatica, di portare avanti. La battaglia andrà avanti in Senato: auguro alle senatrici di ribaltare la situazione, nell'interesse non solo delle donne ma di tutto il Paese.
Lucia Castellano

mercoledì 8 gennaio 2014

La Lombardia che fa l'occhiolino al business della guerra: in nome dei lavoratori

Ieri il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato come urgente una mozione (qui il testo) per iniziative volte a snellire la burocrazia per l'esportazione di armi. Si, avete capito bene. Sono queste le nostre urgenze per il rilancio dell'economia e dell'occupazione (testuale dalla mozione).

Mozione di cui ci piace soprattutto la frase: grazie alla ripresa dei mercati americano, brasiliano e sudafricano oltre ai tradizionali bacini europei. Presentata dal leghista Fabio Rolfi (ex vice-sindaco di Brescia), e approvata dalla maggioranza con un aiutino: quello del consigliere PD Corrado Tomasi, la cui motivazione di voto (in dissenso con il proprio partito) sarebbe la necessità di sburocratizzare le norme per le imprese.  Ah si?

Dice invece Lucia Castellano: nel dibattito sulla mozione leghista che chiede di ammorbidire i vincoli dell'Ue per l'export di armi, ho trovato davvero surreali i tentativi dei sottoscrittori di giustificare un documento per noi irricevibile insistendo su improbabili distinzioni tra fucili da caccia o pistole per la difesa personale e strumenti di guerra. Non ci sono armi buone e armi cattive. Le armi sparano, feriscono, uccidono. E io sono assolutamente contraria a qualsivoglia allentamento dei controlli su questo commercio. Controlli che andrebbero, semmai, intensificati. Non è certo così, peraltro, che si tutelano l'occupazione e i lavoratori. 

Già. Siamo in grado di riconoscere i rischi che ci sono dietro a certe politiche di "allentamento". Non crediamo proprio che si possano mandare avanti i lavoratori per giustificare scelte di questo tipo. E facciamo nostre alcune osservazioni che riassumiamo di seguito:
• 1. Nel 1994 la Lombardia si era dotata di una legge per la riconversione delle industrie belliche, rimasta per molti versi lettera morta. Perché non riprendere in esame quella? "si potrebbe aggiornare per dare", dice Fabio Pizzul, "strumenti di innovazione per le imprese che non dovessero avere più le caratteristiche per stare su un mercato che, per forza di cose, dovrà essere più regolato e trasparente".
• 2. Negli ultimi anni è aumentata l'esportazioni di armi italiane in aree di crisi, in cui operano anche ribelli o dittatori sanguinari; il che suggerisce semmai obiettivi di maggior trasparenza e rigore nel commercio degli armamenti. 
• 3. Ultimo, e non meno importante: se proprio dobbiamo parlare di lavoratori, chi produce nel settore armiero in Lombardia ha il diritto di poterlo fare con tutte le garanzie relative alla destinazione legale delle armi che produce. 
Alla luce di tutto questo, è accettabile invocare una maggiore deregolamentazione del settore delle armi? No, non lo è. Certe scelte possono invocare qualunque principio, ma non la "soluzione di problemi per il bene comune". 
Questo atto del Consiglio Regionale è una decisione giudicata grave da chi combatte da anni per la riduzione delle armi, ma che chiunque abbia un cervello non accecato da interessi personali può tranquillamente definire gravissima: se non altro sul piano culturale. Come le mucillagini sono indicatori dell'inquinamento ipertrofico del mare, certe notizie sono indicatori del  livello di degrado dei valori rappresentati in politica.
E se la politica non rappresenta più nessuno - tranne interessi privati, ormai chisseneimporta?


venerdì 29 novembre 2013

domenica 3 febbraio 2013

Lucia Castellano

Sono Lucia Castellano e mi presento alle elezioni per la Lombardia come capolista per il patto civico di Ambrosoli.
Accettando l'invito di questo blog, mi sembra che il modo migliore per presentarmi come candidata sia proporvi l'intervento che ho tenuto ieri, a Milano, nel corso di "Home Sweet Home". Un evento che (abbinato allo spettacolo omonimo di Quelli di Grock) trattava in particolare dei drammi all'interno delle mura casalinghe e di violenza contro le donne; argomento centrale nell'agenda politica, e invece tradizionalmente trascurato. E' un tema su cui, ovviamente, la mia esperienza di lavoro dall'interno delle carceri mi dà anche un'ulteriore chiave di lettura, che qui vi propongo.

A Home Sweet Home erano presenti, con me, anche Alessandra Kustermann, Sara Valmaggi, Barbara Pollastrini ed Emilia De Biasi.
Vi ringrazio per l'ospitalità e vi ricordo che potete conoscermi meglio anche sulla mia pagina fbVi aspetto.
Lucia Castellano