La bocciatura della parità di genere nella nuova legge elettorale, operata ieri dalla Camera grazie al vergognoso utilizzo del voto segreto, rappresenta una ferita insanabile. E l’aggravante è che quanto accaduto avrà ricadute pesanti e negative anche sui territori e sui difficili, virtuosi tentativi messi in campo finora con fatica.
Prendiamo la Lombardia, per esempio. Qui, proprio insieme al Pd, abbiamo depositato due proposte di legge per introdurre il principio delle pari opportunità nelle nomine di competenza del Consiglio Regionale e della Giunta. E soltanto ieri un dibattito con presenze bipartisan ha messo in luce un sostanziale accordo sul tema, aprendo condizioni favorevoli all’approvazione dei due progetti di legge. Un clima positivo sul quale ora si abbatte, del tutto inopportuno, il freno imposto da quei voti segreti sull’Italicum contro presunte "quote rosa". Queste, infatti - pur essendo in sé un ottimo strumento - niente hanno a che vedere con la necessità di sbloccare gli anacronistici meccanismi di chiusura attuali, che impediscono alle donne di ottenere candidature in posizioni di eleggibilità. Tocca purtroppo rilevare come il centrosinistra non riesca a liberarsi da una sindrome autoimmune, che sempre più spesso lo rende il peggior nemico di se stesso.
Mi cadono davvero le braccia a pensare alla nostra fatica sprecata. Da Roma un segnale diametralmente opposto sui presupposti di principio che cerchiamo, con fatica, di portare avanti. La battaglia andrà avanti in Senato: auguro alle senatrici di ribaltare la situazione, nell'interesse non solo delle donne ma di tutto il Paese.
Lucia Castellano
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