Secondo il rapporto del Parlamento Europeo The role of women in the green economy: the issue of mobility del 2012, che utilizza fra l’altro i
dati emersi da un’indagine svolta in Lombardia nel 2002 relativa alle modalità
di spostamento delle persone, vi sono significative differenze circa le
modalità e la frequenza della mobilità di uomini e donne.
L’auto privata è il primo mezzo di trasporto per la maggioranza dei circa 580,000 soggetti intervistati indipendentemente dai sessi, ma le donne registrano un tasso di utilizzo di 8 punti percentuali inferiore agli uomini. Esse sono passeggere di un’automobile per l’8,4% in più degli uomini e rappresentano il sesso che utilizza maggiormente i mezzi di trasporto pubblico (+ 4,4%), la bicicletta (+ 1,1%) ed i loro piedi (+ 4,4%), mentre per quanto riguarda gli spostamenti su motocicletta sono sotto dell’5,4%. Complessivamente le donne si spostano in modo sostenibile per una quota del 10% superiore agli uomini. Questo dato, tra gli altri, spiega perché il ruolo delle donne sia determinante nello sviluppo dell’economia sostenibile, dentro la quale la questione della mobilità è di fondamentale importanza.
Il servizio di trasporto pubblico diventa poi
un vero e proprio servizio a favore
delle donne se è in grado di sollevarle dal compito di accompagnare i figli a
scuola ed in generale di farsi carico degli spostamenti dei componenti non motorizzati
della famiglia. Le donne potrebbero inoltre essere delle partner assai utili
nella messa a punto di politiche che orientino le persone verso forme di
mobilità sostenibile. Tenendo conto che si tratta di una necessità indiscussa
per gran parte del territorio della regione Lombardia, anche per contrastare l’inquinamento
atmosferico molto spesso fuori dai parametri di legge, gli incentivi alla
mobilità sostenibile dovrebbero essere maggiormente orientati all'utenza
femminile. Il car sharing elettrico ad esempio, se ben collegato alla rete del
trasporto pubblico e non
relegato ad essere un servizio secondario per chi viaggia sui treni di Trenord,
come nel caso del poco conosciuto ed utilizzato servizio e-vai, potrebbe avere nell'utenza femminile il suo
punto di forza. Lo studio del Parlamento Europeo sottolinea inoltre come, a differenza
degli uomini, le donne utilizzano l’auto per una serie di spostamenti che vanno
molto oltre il tragitto casa-lavoro e che sono invece legati agli acquisti ed
alle attività di cura. Per questi brevi viaggi la presenza di una rete diffusa
alla scala anche extraurbana di postazione del car sharing potrebbe incentivare
il progressivo abbandono dell’auto privata, peraltro sempre più costosa ed
insostenibile viste l’aggravarsi delle conseguenze della crisi economica, a
favore di una mobilità che sappia integrare i differenti modi con i quali le
donne già ora si spostano.
Le
donne possono quindi giocare un ruolo decisivo nella definizione di politiche
regionali per la mobilità sostenibile ed è importante che le elette in consiglio regionale sappiano riconoscere
la centralità di questa tematica e rappresentare le istanze di quella
parte di popolazione che già orientata verso l'utilizzo di modalità di trasporto meno inquinanti, più funzionali ad uno sviluppo territoriale equilibrato
ed anche in grado di sostenere, in concreto e non per slogan, la cosiddetta green economy.
Michela Barzi Millennio Urbano
Michela Barzi Millennio Urbano
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