Ciao, grazie per l'ospitalità, spero di poter dare un contributo: credo fermamente, come diceva la linguista e femminista Alma Sabatini, che noi donne dobbiamo lottare unite finché, indietro, non ne resterà neanche una sola.
Forse il femminismo battagliero ha lasciato le strade una volta acquisiti alcuni diritti fondamentali, come l'aborto e il divorzio, ma senz'altro ancora ci insegna che, da sole, non si va da nessuna parte.
La Rete delle reti femminili ha proprio il pregio di far emergere questo piccolo grande universo in rivolta, contribuendo, è l'auspicio, a creare una lobby, assolutamente apartitica, delle donne (nel senso più positivo del termine di portatrice di interessi di una categoria che è metà del genere umano) in grado di operare dei cambiamenti. Intanto siamo in prima linea, tutti i giorni.
Forse il femminismo battagliero ha lasciato le strade una volta acquisiti alcuni diritti fondamentali, come l'aborto e il divorzio, ma senz'altro ancora ci insegna che, da sole, non si va da nessuna parte.
La Rete delle reti femminili ha proprio il pregio di far emergere questo piccolo grande universo in rivolta, contribuendo, è l'auspicio, a creare una lobby, assolutamente apartitica, delle donne (nel senso più positivo del termine di portatrice di interessi di una categoria che è metà del genere umano) in grado di operare dei cambiamenti. Intanto siamo in prima linea, tutti i giorni.
Io non sono nata femminista: lo sono diventata con esperienze di vita e facendo la cronista nel Lodigiano, dove vivo. Scrivevo di fatti, non le mie opinioni; ma dieci anni fa, attorno ai 40anni, l'esigenza di far emergere quanto questo mondo fosse impari per le donne è divenuta per me indifferibile.
Ma come raggiungere persone che non sarebbero venute a convegni, non avrebbero letto trattati? Ho scelto dunque di scrivere un romanzo poliziesco: un'indagine su un femminicidio che si svolge in una società speculare alla nostra, ma con i ruoli di genere ribaltati e il linguaggio al femminile, (non solo applicando le regole di Sabatini ma usando anche il femminile inclusivo per il genere neutro anziché il maschile come avviene nella nostra lingua, con un effetto spiazzante: gli uomini scompaiono dallo sfondo). Il giusto mondo, per me un puzzle che ha trovato la giusta composizione, ha visto la luce a dicembre 2011, con Excogita editore (no autopubblicazione); ora è anche in ebook.
Nel presentarlo ho conosciuto tante donne fantastiche.
E ora sto condividendo il cammino con le compagne del comitato Se non ora, quando? Snoq Lodi: insieme, promuoviamo eventi (uno per tutti: con l'Ordine dei giornalisti su 'Come i media raccontano le differenze'), serate informative (con le forze dell'Ordine sulla violenza contro le donne, gender, aborto, donne resistenti e costituenti), iniziative con le scuole (per Obr, Toponomastica, far conoscere le scienziate), svolgiamo azioni di denuncia (è venuta la Rai a Lodi per la Vita in diretta, ma anche Italia1, quando abbiamo detto no al calendario di nudo patrocinato dal Comune e presentato il 25 novembre), facciamo rete con tanti altri organismi, in particolare col Centro antiviolenza, Toponomastica Femminile, One billion rising, Ife.
Nel frattempo ho dapprima avviato il mio blog www.lauradebenedetti.it, poi sono entrata a far parte del gruppo di bloggers de Il Giorno/Qn con la rubrica Il giusto mondo; leggo, scrivo, condivido (soprattutto su Facebook, a mio nome e in Snoq Lodi). Su Twitter sono già presente da tempo col profilo @ilgiustomondo ma ho attivato anche Convenzione Istanbul con lo scopo di diffondere, in pillole, i contenuti di quella che ormai è legge (per lo più inapplicata) in Italia: sancisce la violenza sulle donne e indica come uscirne.
Il tempo è tiranno, la fatica tanta, ma è il momento delle politiche femminili: se non ora, quando? E, se non noi, chi?
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